
Un libro che sarebbe entrato nelle classi delle scuole di Pavia sta facendo discutere. Si tratta di un volume volto a insegnare ai più piccoli a non discriminare nessuno per il proprio orientamento sessuale. Il volume, che racconta una favola in cui ci sono personaggi gay, è stato introdotto nell’ambito di Far bene per star bene, iniziativa promossa dallo sportello antidiscriminazioni del Comune.
Il percorso
Come scrive La Verità, la favola raccontata nel libro si conclude con un matrimonio tra due coniglietti gay. “Non importa se ami una coniglietta o un coniglietto, se mangi i panini in un modo o nell’altro. Le cimici vanno e vengono. L’amore è per sempre”, questo uno stralcio del contenuto.
Far bene per star bene si suddivide in quattro ambiti: due relativi alla disabilità, uno relativo al genere e un quarto, invece, relativo all’orientamento sessuale e all’identità di genere. Il quarto percorso è intitolato Dentro l’arcobaleno e si struttura, per le scuole elementari, in incontri singoli della durata di due ore scolastiche, per un totale di 120 minuti. E in questi incontri alle classi terze è proposta sia la lettura di questo libro sia quella di un brano dove un protagonista maschio inizia la sua “nuova vita da principessa”.
“Derive ideologiche”
Il vicepresidente del Senato, Gian Marco Centinaio, ha parlato di “derive ideologiche come questa, che contraddicono la realtà biologica e i valori tradizionali condivisi da tante famiglie”. L’iniziativa nelle scuole di Pavia è stata fortemente attaccata anche dalle associazioni pro family: “La favola sul coniglio gay alle elementari è solo uno dei mille casi che emergono dalle segnalazioni dei genitori all’ufficio Scuola della nostra associazione”, dice Jacopo Coghe, portavoce di Pro vita & famiglia onlus. “Il quadro è desolante: le maglie troppo larghe dell’autonomia scolastica consentono agli attivisti Lgbt di portare in classe pura propaganda politica camuffata da contrasto al bullismo o educazione sessuo-affettiva”.
Coghe sottolinea che da tempo chiede al ministro dell’Istruzione e del Merito, Giuseppe Valditara, “di rafforzare la normativa per impedire questi abusi e difendere il primato educativo della famiglia, senza esito”. Per sollecitare tutto ciò, il 19 febbraio verrà lanciata “in conferenza stampa davanti al Parlamento una mobilitazione nazionale contro il gender nelle scuole, con l’obiettivo di una legge che imponga la richiesta del consenso informato preventivo da parte dei genitori su qualsiasi attività afferente temi sensibili, in cui si specifichi chi parlerà in classe, di che cosa precisamente, con quali titoli e usando quali materiali”.
“Basta alla propaganda gender nelle scuole”
Il leghista Rossano Sasso ha ribadito recentemente che “nella scuola italiana non ci sarà mai spazio per l’ideologia gender”, accusando esperti esterni di voler trattare temi inappropriati con bambini troppo piccoli. Parole bollate come “vergognose e irresponsabili” dal Movimento 5 Stelle, che ha accusato il leghista di alimentare odio e disinformazione per fini politici.
Qualche mese fa è stata approvata in commissione Cultura e Istruzione alla Camera una proposta, firmata da tutta la maggioranza il cui primo firmatario era proprio Sasso, che ha esultato per il risultato: “Passa la nostra risoluzione per dire basta alla propaganda gender nelle scuole. Le critiche di Avs e Pd e gli insulti del M5S sono infondate. Se avessero letto il testo, avrebbero visto che impegniamo il governo a un confronto adeguato sul tema, ma ribadiamo il nostro no a coinvolgere bambini di 6 anni in una deriva ideologica che non ci piace”.