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Fine dello stato di emergenza, cosa significa per la scuola. Fedeli: alcune misure resteranno

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Noi non abbiamo ancora certezze sul fatto che il 31 marzo si esca in maniera definitiva dallo stato di emergenza. Non ci sono elementi certi, la modalità con cui dobbiamo accompagnare l’uscita dall’emergenza è un elemento di discussione. In Parlamento si sta valutando come uscire dall’emergenza anche per la scuola: stiamo parlando del superamento del distanziamento? Dell’uso delle mascherine? Del prolungamento della campagna di vaccinazione? Ne stiamo discutendo, sono temi oggetto di attenzione”.

Così Valeria Fedeli nell’appuntamento della Tecnica della Scuola Live del 23 febbraio, data in cui nel contempo il presidente del Consiglio Mario draghi a Firenze dichiarava che lo stato d’emergenza Covid non sarà prorogato oltre il 31 marzo, specificando anche che dal 1° aprile “le scuole resteranno sempre aperte per tutti: saranno infatti eliminate le quarantene da contatto”.

Insomma, scuola aperte ma con qualche misura anti Covid residuale, almeno per un po’. Parola d’ordine: accompagnare l’uscita dalla pandemia.

“Il contagio sta calando e così le persone ricoverate – argomenta la senatrice – ma proprio perché dobbiamo accompagnare l’uscita da questa pandemia inedita, questa uscita dallo stato di emergenza va decretata con particolare attenzione”.

“Del resto – continua Valeria Fedeli – noi abbiamo tutto aperto, non dobbiamo tornare a chiudere, dobbiamo tenere aperto tutto ma probabilmente servono ancora delle misure per potere restare aperti”.

“Sicuramente bisognerà armonizzare le decisioni che vengono prese. Oggi non c’è una decisione ma un avvio del dibattito e un confronto, per potere affrontare seriamente la fine dell’emergenza”.

La prevenzione e il Pnrr

“Dobbiamo assolutamente investire sulla prevenzione che significa investire sulla ricerca e avere un pensiero lungo, come politica, capace di leggere le previsioni degli impatti ambientali”.

“L’elemento fondamentale che deve accompagnare il superamento dell’emergenza è che cosa abbiamo imparato e su cosa fare investimenti – continua in riferimento ai fondi del Pnrr – le opportunità ce le abbiamo, stavolta lo possiamo fare perché le risorse ci sono, guai a sprecare le risorse, o a pensare che sia sufficiente l’aerazione o il distanziamento, sono temi che devono divenire strutturali con investimenti strutturali”.

“Ma il tema della prevenzione della salute deve essere accompagnato da investimenti nei servizi territoriali e nei servizi dedicati alla scuola”.

“Dobbiamo metterci d’accordo su cosa ci ha insegnato la pandemia,” conclude.