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FIT, scoppia la polemica dei CFU a pagamento: per diventare insegnante bisogna pagare?

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Prima ancora di capire nel dettaglio come funzionerà il nuovo reclutamento, iniziano le prime polemiche in merito all’accreditamento dei CFU necessari per accedere al FIT.

Infatti, come spiegato già in precedenza, il nuovo “concorsone” pubblico, previsto per il 2018, prevede due scritti (tre per il sostegno) e un orale. Chi lo passa entra in un percorso triennale di formazione, inserimento e tirocinio (FIT), con una retribuzione crescente che parte fin dal periodo della formazione. Le docenti e i docenti vengono valutati per tutta la durata del percorso. Chi passa entra in un percorso triennale di formazione, inserimento e tirocinio. Alla fine del triennio, se la valutazione è positiva, vengono immessi in ruolo.

Per accedere al FIT, è necessario conseguire 24 CFU in materie didattico-antro-psico-pedagogiche.
Nonostante il Miur ancora non abbia comunicato le indicazioni operative per l’erogazione di questi esami, alcuni enti abilitati alla formazione, come ICOTEA E-Learning Institutehanno aperto un master che permetterebbe agli studenti di acquisire a pagamento i crediti necessari per l’accesso al concorso.

A segnalare il caso, è LINK, il coordinamento degli studenti che polemizza (giustamente): “riteniamo sia gravissimo quanto sta accadendo. È assurdo che un ente privato come ICOTEA E-Learning Institute, possa già erogare esami i cui settori scientifico disciplinari devono essere ancora definiti da un prossimo decreto attuativo”, dichiara Andrea Torti, Coordinatore di LINK Coordinamento Universitario. “E’ poi oltremodo grottesco che tale Master vanti un cofinanziamento europeo e un accreditamento “al MIUR ai sensi della Direttiva 170/16”.

“Ci stiamo mobilitando per ottenere che siano le università pubbliche ad erogare i 24 CFU in forma completamente gratuita, prosegue Torti, sia per chi è iscritto o laureando sia per chi è laureato, e per ottenere che il ministero indichi immediatamente i settori scientifico disciplinari in cui è necessario conseguire questi CFU! È inaccettabile questa fase di incertezza: la legge prevede che il primo concorso venga tenuto nel 2018, chiediamo risposte immediate!”

Proprio il coordinamento universitario, nei giorni scorsi ha lanciato la campagna #IoVoglioInsegnare e organizzato assemblee con centinaia di studenti e studentesse in tutta Italia.
“Ci stiamo organizzando attraverso il gruppo Facebook ‘NUOVO FIT: IO VOGLIO INSEGNARE‘ e abbiamo lanciato una fotopetizione che vanta già centinaia di adesioni”, continua il coordinatore LINK.

La domanda che sorge spontaneamente, a seguito della segnalazione di Link è la seguente: com’è possibile che un ente privato accreditato al Ministero dell’Istruzione possa far pagare per acquisire i crediti per FIT?

“Tramite il Consiglio Nazionale degli Studenti Universitari abbiamo già presentato alcune proposte dettagliate e di buon senso, conclude Torti del Coordinamento LINK. Va prevista una fase transitoria nella quale siano accettati tutti gli esami inclusi negli ambiti previsti, ed un sistema di finanziamento per gli atenei, in modo che possano erogare gratuitamente questi 24 CFU sia per chi è ancora iscritto ad un corso di laurea, sia per chi è già laureato”.

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