Francesco De Bartolomeis, decano dei pedagogisti italiani, compie 105 anni – INTERVISTA A ENRICO BOTTERO

CONDIVIDI

Il 20 gennaio compie 105 anni Francesco De Bartolomeis, nato in provincia Salerno, docente di pedagogia all’Università di Torino dal 1956 al 1988.
Grazie alla sua vasta conoscenza della storia della pedagogia negli anni ’50 e ’60 lavorò molto per far conoscere in Italia i più importanti studiosi europei e nord-americani facendoli pubblicare dagli editori con cui collaborava (Loescher e Nuova Italia in particolare).
Fra i suoi primi testi va ricordato l’importante volume “La pedagogia come scienza” con cui egli prendeva nettamente le distanze*/ dalla tradizione idealistica.
Negli anni settanta ebbe un ruolo decisivo nella nascita delle scuole a tempo pieno soprattutto a Torino e all’università realizzò una importante sperimentazione di laboratori didattici per gli studenti dei suoi corsi finalizzati ad integrare lo studio teorico della pedagogia.
Le basi teorico-pratiche di questa innovazione sono contenute in due testi di quel periodo che ebbero un grande successo fra i docenti, “La ricerca come antipedagogia” e “Il sistema dei laboratori”.
E’ tuttora molto attivo e continua a scrivere e ad intervenire nel dibattito culturale e politico sulla scuola: pochi mesi fa aveva rilasciato un’ampia intervista al quotidiano Domani commentando il nuovo corso inaugurato da Ministro Valditara.
Nel settembre scorso era uscito il libro “I bambini, l’arte, la cultura” in cui si fondono i suoi due grandi interessi: l’educazione nell’infanzia e l’arte intesa anche come una pratica di conoscenze e creatività.


Nella intervista a Enrico Bottero, pedagogista e ricercatore, passiamo in rassegna alcuni dei principali aspetti del lavoro e del pensiero pedagogico di Francesco De Bartolomeis che è stato senza dubbio uno dei protagonisti della pedagogia e, più in generale, della cultura italiana del Novecento. Non solo riportò la pedagogia sul giusto terreno del rapporto teoria – pratica ma, come dice lui stesso, la liberò ‘dall’univoco riferimento alla scuola e alla didattica per portarla nella complessità del sistema formativo’ ”.

Gran parte della sua sterminata produzione scientifica non è più disponibile in commercio.
Esistono però riedizioni di alcuni volumi significativi

Fare scuola fuori della scuola (edizioni Aracne)
Riflessioni intorno al sistema formativo (Laterza)
I metodi nella pedagogia contemporanea (ed. Gessetti Colorati)

Questi invece tre recenti volumi che raccolgono lavori editi e inediti
I bambini, l’arte, la cultura (Zeroseiup)
Percorsi educativi nello spazio e nel tempo (Zeroseiup)
Pensieri su cui pensare (Zeroseiup)