Home Attualità Gasparri: interrogazione per sapere perché si parlava di cannabis a scuola

Gasparri: interrogazione per sapere perché si parlava di cannabis a scuola

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Come è noto, nell’Istituto di istruzione secondaria di secondo grado Majorana-Cascino di Piazza Armerina, in provincia di Enna famosa per i mosaici romani della Villa del Casale, la polizia ha fatto irruzione durante un’assemblea autorizzata sulla cannabis legale e ha identificato gli studenti, suscitando scompiglio per una invasione mai registrata prima. 

Di fronte a tale “occupazione” da parte delle forze dell’ordine, alcuni parlamentari dell’opposizione hanno annunciato che presenteranno un’interrogazione sul tema al ministro dell’Istruzione Valditara, considerata  appunto l’assoluta regolarità dell’assemblea e pure dell’ordine del giorno, che è una tematica assai cari ai ragazzi e su cui il dibattito anche parlamentare spesso si incentra.  Ma è anche argomento di confronto in vari ambiti sociali e pure nei media, ragion per cui parlarne a scuola, e nel corso di una assemblea, appare del tutto normale e forse anche auspicabile. 

Tuttavia il tema dell’assemblea non è piaciuto neanche al vicepresidente del Senato, Maurizio Gasparri di Forza Italia che invece ha dichiarato di volere presentare una interrogazione parlamentare del tutto opposta a quella della opposizione.

Ha infatti dichiarato, come riporta Fanpage, in un comunicato, che chiederà conto non dell’intervento della Polizia, ma del perché gli studenti stessero parlando di cannabis legale: “Dopo le assemblee per l’abolizione del 41 bis a sostegno di Cospito, nelle scuole si fanno anche assemblee sulla legalizzazione delle droghe. Alcuni protestano, ma lo faccio io, che presenterò una interrogazioni al ministro Valditara per sapere cosa è accaduto in questa scuola siciliana.  Si possono tenere assemblee per minimizzare i pericoli delle droghe? La scuola può diventare un luogo di diseducazione invece che una sede dove evidenziare i pericoli delle droghe, di tutte le droghe? Un evento gravissimo, ma nel senso contrario rispetto a quello indicato da tanti ipocriti della sinistra”.

E poi ha pure chiosato: “La droga non sarà mai legalizzata. Tutte le droghe fanno male. E la scuola deve dare informazioni sui danni causati dagli stupefacenti. Non deve essere un luogo per propagandare l’uso delle droghe. Andrò io fino in fondo a questa vicenda per capire le responsabilità di quanti hanno dato luogo a un episodio inquietante” dato che “il ministro dell’Istruzione e le altre autorità di governo” devono “intervenire con urgenza”.

Anche la deputata di Fratelli d’Italia Eliana Longi, siciliana, ha commentato il caso, dopo essersi recata “nella sede della Questura di Enna”, per “verificare di persona” ciò che era accaduto, oltre che per “portare la mia solidarietà agli uomini e alle donne della polizia di Stato e in particolare al questore, nei confronti dei quali è stata scatena la macchina del fango”.

La deputata ha citato il comunicato ufficiale della Questura, da cui “si evince che i due agenti, in borghese, che si sono recati all’interno della scuola durante l’assemblea sulla legalizzazione della cannabis hanno solamente svolto la propria azione di vigilanza sul territorio”. Una vigilanza resa necessaria anche e soprattutto dal “clima di violenza che si è acceso nelle scuole e nelle università”.

Secondo la deputata “nessuno ha avuto o ha intenzione di mettere bavagli – tanto è vero che l’assemblea si è regolarmente svolta- o di limitare la libertà delle istituzioni scolastiche che, come in questo caso, possono discutere di ciò che ritengono opportuno e con le opportune autorizzazioni.”.