Home Archivio storico 1998-2013 Riforme Gelmini tende la mano, ma i sindacati già predisposti allo sciopero

Gelmini tende la mano, ma i sindacati già predisposti allo sciopero

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Alla vigilia del confronto con le parti sociali, il Ministro del Miur, Mariastella Gelmini, annuncia su quali basi si formulerà il confronto: ognuno potrà dire la sua, rispettando però le esigenze della controparte e soprattutto senza alcuna difesa precostituita dello status quo. Dalle frequenze di Radio Uno, durante la trasmissione Radio anch’io, il responsabile dell’Istruzione prima annuncia che il taglio previsto in Finanziaria sarà “intorno al 7% della spesa che vuol dire 87mila posti in tre anni” e poi apre la porta alle parti sociali con le quali tra pochi giorni, appena predisposto il piano programmatico, si procederà all’apertura dei tavoli tecnici decisi lo scorso 6 agosto: “ma a condizione – ha sottolineato il Ministro – che non ci siano i veti incrociati e la difesa dell’esistente. Non verrà sottratto spazio al dibattito con le parti sociali: presenteremo in pochi giorni il piano programmatico e mi auguro che non ci sia la solita levata di scudi. Mi auguro che ci sia della buona politica e del buon sindacato, e che si vada non verso un autunno caldo ma verso un autunno di responsabilità”.
Gelmini si è anche soffermato sui motivi, non nuovi, che hanno portato a determinate scelte: “il bilancio che va in stipendi per il 97% e con 10 mila edifici scolastici che non sono sicuri. Se nel tempo la scuola è stata utilizzata semplicemente come un modo per creare occupazione e oggi i soldi non bastano più per pagare gli stipendi che per altro sono bassi, che dequalificano gli insegnanti, allora io credo che questo governo debba intervenire. Occorre, quindi, investire nell’edilizia scolastica che è disastrosa. Ma come si fa a intervenire se le risorse sono bloccate?”.
Alcune parole sono state spese anche sul maestro unico: “Non riesco a capire – ha detto Gelmini – perché si debba pagare tre insegnanti per una scuola che funziona bene anche con uno, ma finché paghiamo per tre dove si può pagare per uno non ci sarà mai un miglioramento del servizio. Se in 10 anni la spesa per l’istruzione è aumentata con un decadimento della qualità. Interroghiamoci allora sui perché”.
Sulle Ssis la Gelmini ha detto: “Non ho bloccato le Scuole di specializzazione: dal 2007 le graduatorie erano chiuse, quindi chi le frequentava non aveva accesso alla graduatoria. Io ho semplicemente preso atto che non era giusto e corretto prendere in giro le persone, fargli frequentare le università altri due anni e al termine dei sette anni non avere accesso alla graduatoria”. E sull’ipotesi di poterli utilizzare per le scuole paritarie ha commentato: “E’ un elemento che possiamo verificare. Ma c’è la necessità di cambiare il meccanismo, perché altrimenti queste persone si trovano con un niente di fatto”.
Un importante tassello è stato aggiunto sulla questione, appena sollevata pochi giorni fa senza mai entrare nel merito, della riduzione delle ore di lezione: su questo aspetto la Gelmini ha detto: “mon ho nessuna intenzione di ridurre le ore di italiano e matematica. Ma ricordiamoci che la qualità della scuola non dipende dalle ore che i ragazzi passano a lezione, ma dalla qualità della didattica”.
E ha anche garantito: “Non verrà meno il tempo pieno, anzi riusciremo non spendendo più soldi ad aumentarne lo spazio” e “non ridurremo gli insegnanti di sostegno”.
I sindacati non sembra abbiano colto al volo la “palla” lanciata dal responsabile di viale Trastevere. Anzi, tutt’altro. Il segretario generale della Flc-Cgil, Enrico Panini ha detto che ormai certi tipi di dichiarazioni alimentano”ulteriormente l’esigenza di una forte e dura iniziativa di mobilitazione e di lotta”.

“Il ministro si è chiesto – dice Panini – ‘perché il contribuente debba pagare tre insegnanti per una scuola primaria che funziona benissimo anche con uno solo’. Apprendiamo così che, improvvisamente, si è sostituito a tutti i più noti istituti di valutazione internazionale arrivando a conclusioni che sono esattamente l’opposto di quelle frutto di ricerche ed indagini scientifiche”.
Per il leader del sindacato della conoscenza “le dichiarazioni del ministro Gelmini si susseguono ad un ritmo sempre più incalzante man mano che crescono lo sconcerto e la protesta nelle diverse città italiane per le scelte operate dal governo. Ma esse, lungi dal sedare il clima di protesta, l’alimentano sempre più svelando un quadro sempre più fosco”.
Il sindacalista ha poi detto che “il raddoppio del tempo pieno”, promesso dal ministro Gelmini, “sfiora la magia considerato che, subito, lo si chiude nei primi tre anni – facendolo convergere sul maestro unico – e poi, se ce ne saranno le condizioni, si garantirà un po’ di prolungamento pomeridiano purchessia”.
A proposito dell’introduzione di un organico funzionale (un organico “più ricco” dell’attuale per coprire le diverse esigenze scolastiche), sempre espressa dalla Gelmini, Panini ha detto di far fatica a “capire la coerenza fra questa affermazione e la distruzione di ben 90.000 posti di organico fra i soli docenti: le due affermazioni – evidentemente – insieme non stanno”.
Panini ha infine voluto rispondere al quesito posto in diretta dal ministro a proposito dell’impossibilità “ad investire sul merito se il 97% delle risorse è bloccato negli stipendi”. “La risposta è semplice – sostiene il sindacalista prossimo a passare alla confederazione a fianco di Epifani -: mantenendo fede all’impegno sottoscritto dal governo con l’accordo contrattuale del novembre 2007 nel quale si prevede che il ministro apra un tavolo di trattativa e che il governo individui le risorse necessarie”.
“Insomma, capiamo che la domanda del Ministro è retorica nel tentativo di far credere che i tagli abbiano una finalità positiva. In realtà – conclude Panini – , non applicando il contratto, continua a non rispondere di impegni solenni che la dovrebbero, invece, vincolare”.