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Gender, l’angoscia del nulla

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Il termine “gender”, nato dalle correnti radicali del femminismo americano, deriva dall’inglese e significa “genere”, nel senso ironico di trasgressione dell’identità sessuale. Tale movimento possiede indubbi fondamenti positivi quando afferma che il nostro sesso non è determinato esclusivamente dalla realtà biologica, dal corpo, ma soprattutto dal vissuto, da un autosvolgimento soggettivo, diverso da persona a persona. E’ evidente, infatti, che organi genitali ed identità sessuale possono non coincidere. Ci sono persone con un corpo che non corrisponde alla loro psiche. Inoltre (anche di questo va dato merito al Gender), nel passato, sono stati presentati come fattori naturali elementi che erano solo culturali, quali la subordinazione della donna nella società patriarcale. Ma un conto è sottolineare l’aspetto culturale della sessualità, un conto è assolutizzarlo.

Il movimento Gender, invece, sconfina nell’ideologia quando afferma che la differenza sessuale è solamente il frutto di una cultura che ha diviso gerarchicamente la società in ruoli definiti e distinti per ragioni di potere: il maschio destinato alla produzione e la donna alla riproduzione. Tale “negazione della natura” o “denaturalizzazione del sesso” perviene, alla fine, al rifiuto dello stesso condizionamento sociale, esasperando la libertà autocreativa del singolo. Ne consegue che, dalle poche differenze del genere previste dalla psicologia classica, si giunge alle 50 e più scelte identitarie elencate da Facebook. Eccoci allora al cliché chiamato “queer”, strano, bizzarro, per il quale ogni persona modella a piacimento la propria identità sessuale.

Al Gender si oppongono sia la cultura cattolica, sia altre visioni della realtà (compreso il cosiddetto femminismo della differenza) che rivendicano la natura “duale” o “sponsale” della persona. Per quanti pongono alla base dell’uomo la realtà biologica, senza negare l’aspetto psicologico e culturale della definizione sessuale, resta intangibile il carattere maschile o femminile degli esseri viventi. La sessualità non può essere solo scelta arbitraria. E’ il nostro Dna ad essere sessuato, anche un’unghia è sessuata.

Il Gender non è privo di conseguenze negative. Prima di tutte la negazione della donna. Che paradosso! Dopo aver urlato, negli anni caldi del femminismo: “Siamo donne …”, le donne del Gender affermano: “Non esistono le donne”. Ma l’effetto più devastante è quello di un disorientamento valoriale globale dovuto al disancoramento del pensiero e dei comportamenti da ogni riferimento oggettivo e naturale. E’ terribile. Non si parla neanche più di perdita dell’Assoluto. Il problema del nostro tempo, è stato notato, non è più la perdita di Dio ma la perdita della realtà. Molti, oggi, sono come un criceto che gira inutilmente sulla ruota.