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Giannini difende Poletti: sì agli stage d’estate, basta separare lo studio dal lavoro

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“Stiamo seriamente, concretamente, avviando un disegno per la cultura dell’alternanza scuola-lavoro nei periodi in cui non c’è attività didattica, dunque in estate: è qualcosa in più della formazione, è il superamento di quella cultura, che non c’è solo nel nostro Paese, ma anche in tanti altri Paesi europei, tranne la Germania, che ha separato lo studio dal lavoro”. A dirlo è stato, il 28 marzo, il ministro dell’Istruzione, Stefania Giannini, a margine di un suo intervento a Firenze dove ha svolto un intervento all’Expo delle idee.

Il responsabile del Miur ha anche tenuto a difendere il collega di Governo, il ministro del Lavoro, Giuliano Poletti, che sullo stop della didattica estivo qualche giorno fa aveva detto che “un mese di vacanza va bene ma non c’è un obbligo di farne tre, magari uno potrebbe essere passato a fare formazione”: Giannini ha detto che “questa mitopoiesi della vacanza lunga o del lavoro a tutti i costi è stata costruita e non pensata né da lui (il ministro Poletti n.d.r.), né da nessuno di noi”.

A dire il vero, però, quella della riduzione delle vacanze estive non sembra una polemica creata ad arte: se si svolgono alcune settimane di stage in azienda nei mesi di luglio o agosto (coordinati si presume dai docenti-tutor) è sbagliato dire che gli studenti del triennio delle superiori potranno godere di un numero inferiore di giorni di vacanza estiva?

 

 

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Nel corso del suo intervento pubblico, il titolare del Miur ha poi affermato che “la scuola italiana è il laboratorio permanente di Expo sin dall’inizio: i ragazzi – ha spiegato – hanno risposto a tutti i bandi che il Ministero ha attivato: avremo 736 progetti, quattro al giorno, nel Padiglione Italia. Ci sarà un contatto costante con altri mondi: 5000 studenti parteciperanno alla finale dei giochi studenteschi di Torino e poi visiteranno l’Expo. C’è tutto un mondo che si è attivato e dà un messaggio straordinario”.

Giannini ha aggiunto: gli studenti che visiteranno Expo saranno “due milioni complessivi”. E sono “62 i Paesi coinvolti per ciò che riguarda il mondo della scuola. Un milione e trecentomila saranno quelli che verranno dall’Italia attraverso il Miur, poi c’è tutta la popolazione che spontaneamente sarà in visita. Colpisce vedere come i ragazzi hanno cliccato le molte parole chiave che avevamo messo sul sito per stimolare la loro reazione”.

Il Ministro, infine, ha detto che i giovani a Expo 2015 lavoreranno sull’idea della “sostenibilità possibile” per l’alimentazione nel mondo, perché “non possiamo più tollerare diseguaglianze”.

  

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