
Politica, razziale, etnica, religiosa, sessuale. In quanti modi è possibile declinare la parola discriminazione? In tanti, troppi modi, ma almeno oggi lasciamo che non sia declinabile in alcuna maniera. Oggi – 1 marzo – si celebra infatti la Giornata Mondiale contro le discriminazioni, evento lanciato per la prima volta nel 2014 da Michel Sidibé, direttore esecutivo di UNAIDS, il programma delle Nazioni Unite per l’Aids/Hiv.
L’obiettivo della giornata è quello di valorizzare le diversità, dato che al lavoro, a scuola e in ogni ambiente della nostra vita sociale, ancora oggi la discriminazione colpisce un numero altissimo di persone. Per quanto riguarda la situazione in Italia, i dati che emergono dai Rapporti OSCAD – l’Osservatorio per la sicurezza contro gli atti discriminatori, che opera presso il dipartimento della Pubblica sicurezza, direzione centrale della Polizia criminale – non sono confortanti. Sono, infatti, aumentate di molto nel corso degli ultimi dieci anni le segnalazioni relative a crimini o discorsi d’odio per nazionalità, credo religioso, orientamento sessuale e identità di genere, disabilità.
Anche la scuola, che dovrebbe essere culla e palestra di un rinascimento del pensiero che veda ogni forma di diversità come una ricchezza, a volte commette errori grossolani. Come nel caso di quell’istituto romano che in un questionario rivolto alle famiglia chiede di che “razza” siano i figli da iscrivere.
Ma per fortuna siamo di fronte a casi limite, a veri e propri svarioni senza alcun intento discriminatorio. Prova ne sia il fatto che la Scuola italiana è da sempre in prima linea contro ogni forma di discriminazione. La normativa, infatti, non ignora la questione: la cosiddetta “legge della buona scuola”, la n.107 del 2015, prevede testualmente che nelle scuole di ogni ordine e grado vengano promosse “l’educazione alla parità dei sessi e la prevenzione della violenza di genere e di tutte le discriminazioni”. Con questo obiettivo, si legge sul sito del Ministero dell’Istruzione e del Merito, è stata realizzata la piattaforma www.noisiamopari.it, che raccoglie le esperienze delle scuole sul tema delle pari opportunità, strumenti informativi, di scambio e di supporto. Esperti, associazioni ed enti specializzati sulla lotta alle discriminazioni hanno collaborato alla realizzazione del sito web, nato per riunire materiale didattico, progetti e iniziative realizzate nelle scuole di ogni ordine e grado.
Di sicuro interesse, a questo proposito, il progetto “EDUCADIS – Educazione contro la discriminazione. Rilevamento e gestione di atteggiamenti e comportamenti discriminatori tra adolescenti” – realizzato dall’IIS “Lagrange” di Milano in partenariato con una scuola spagnola. Il progetto, pensato dalla Fondazione spagnola FAD Juventud e da Fondazione Exodus in Italia, era volto a rilevare e prevenire i discorsi d’odio e le discriminazioni tra gli adolescenti in Spagna e in Italia e ha visto gli studenti confrontarsi in un percorso di undici incontri nelle classi, tenuto da docenti esperti, sui temi della differenza culturale, di genere e di orientamento sessuale utilizzando gli strumenti della didattica ludica e non formale.
Il progetto, come si legge sulla pagina web dell’Istituto, ha permesso di creare degli spazi di autoriflessione in cui gli studenti si sono messi in gioco anche rispetto ai loro stereotipi e pregiudizi.
Supportati da una guida didattica per affrontare in classe le tematiche legate ai differenti tipi di discriminazioni, al termine del percorso gli studenti hanno creato delle piccole sceneggiature riguardanti i temi affrontati che sono confluiti in un concorso internazionale tra differenti scuole superiori in Spagna e Italia.