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Grillo: i docenti italiani? Sono pagati poco e diventano frustrati come i serial killer

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La dialettica di Beppe Grillo, lo showman e leader del movimento Cinque Stelle, è nota a tutti: si caratterizza per essere quasi sempre satirica e graffiante. Spesso oltre la provocazione. Come quella utilizzata, parlando di varie tematiche nazionali, tra cui i problemi della scuola pubblica, nel corso di una manifestazione pre-elettorale a Mantova.
Dopo aver reso pubbliche, nei giorni scorsi, le sue idee su come risollevare l’istruzione in Italia – puntando su lavoro di squadra, rispetto delle regole, merito, sicurezza e sviluppo dell’autonomia scolastica – , Grillo davanti ad una Piazza Sordello gremita si è soffermato sull’insoddisfazione del corpo docente italiano per lo stipendio magro e la considerazione sociale ormai ridotta ai minimi termini. E lo ha fatto, come al solito. utilizzando metafore a tinte forti.
Nelle nostre scuole – ha detto – un insegnante frustrato in Italia è come un serial killer “. Poi ha aggiunto, sempre riferendosi ai docenti italiani: “sono pagati poco, ma dobbiamo tirarli su“, perchè “gli insegnanti sono la parte più importante nella crescita di un Paese“.
Certo, in campagna elettorale si cercano consensi. Si tratta, comunque, di parole condivisibili. Anche se ancora decisamente generiche. Di buono c’è, in ogni caso, il fatto che si continui a parlare di scuola come un settore su cui investire. Speriamo che il Governo che verrà, dopo aver preso atto dei conti in rosso da risanare, non cambi come al solito idea. Con Grillo o senza.