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I buoni propositi di Profumo: stop ai tagli e obbligo a 17 anni

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Il momento per il Paese è difficile, ma la Scuola ha già dato: non potrebbe sopportare un’altra stagione abbattimento delle risorse e degli organici. È questo il pensiero comune espresso più volte negli ultimi mesi dal personale scolastico e dai suoi rappresentanti, i sindacati. Ora anche il ministro Profumo sembra orientato verso questo pensiero: “pur nelle difficoltà – ha detto il nuovo responsabile del Miur al cronista del Mattino – il periodo dei tagli alla scuola è chiuso”.
Scongiurati i tagli, Profumo ha però anche ammesso che “in mancanza di risorse aggiuntive molto può essere fatto utilizzando meglio i fondi disponibili”. Una frase che prefigura, dunque, una nuova razionalizzazione delle risorse che annualmente vengono spese per la Scuola. “Stiamo cercando di ragionare su tre elementi – ha specificato il Ministro – : la sicurezza e l’edilizia scolastica, la formazione dei docenti e l’apprendimento per gli studenti, con una visione nuova della scuola con l’uso delle nuove tecnologie“. Il punto di partenza, ha aggiunto, è un miliardo di fondi europei destinati al Sud, che potrebbe finalmente riscattarsi diventando il “vero traino dell’Italia“. Ma il primo “obiettivo da evitare è che i ragazzi lascino la scuola in età precoce”.
In serata Profumo ha specificato, in un’intervista al Tg1, che questo Governo non ha il tempo per poter pensare a una nuova riforma: è un Governo che può oliare i sistemi in atto, cercando di migliorarli e credo che sarà la strada che percorreremo“. Tra i miglioramenti in arrivo, il responsabile del Miur ha detto che l’intenzione dell’esecutivo è allungare il percorso scolastico obbligatorio di un altro anno, quindi sino a 17.
E poiché i ragazzi ‘difficili’ non si recuperano obbligandoli a frequentare i licei, Profumo molto realisticamente ha detto che bisognerà cercare di fare di tutto per accoglierli negli istituti professionali, dove verrebbero ampliati i corsi per specializzare i giovani su competenze richieste dal mondo del lavoro: “vogliamo creare professionalità per gli studenti: cuochi o idraulici o elettricisti in modo che abbiano – ha sottolineato – un mestiere al momento in cui lasciano la scuola, per potersi inserire nel mondo del lavoro con maggiore semplicità. Credo che la scuola debba diventare un luogo civico in cui gli studenti hanno il primo contatto con lo Stato, quindi devono essere luoghi belli in cui imparare cosa è la cosa pubblica e rispettarla. Allo stesso tempo – ha concluso il Ministro – può diventare centro di aggregazione“.
Fin qui gli annunci: ora si spera che al Ministero si passi alla politica dei fatti.