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I docenti di sostegno con servizio pluriennale esclusi dalla stabilizzazione

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Ancora una volta i docenti precari con servizio pluriennale su sostegno vengono esclusi dalla stabilizzazione nonostante abbiano superato le 3 annualità di servizio svolto nelle scuole statali. É successo con la L. 159/2019, succede adesso con gli emendamenti approvati per la scuola al decreto sostegni bis, secondo i quali, i docenti che hanno servizio esclusivo su sostegno non possono partecipare al percorso straordinario di stabilizzazione. Riguardo il sostegno didattico, si riconosce il diritto di assunzione a candidati aspiranti che, senza aver mai insegnato, hanno conseguito il titolo di specializzazione in Italia o all’estero, escludendo tutti coloro che da anni lavorano nelle scuole e continueranno a farlo, negando loro il diritto alla formazione diretta per acquisire il titolo e il diritto di stabilizzazione.

Il provvedimento di assunzione per i docenti di sostegno e aspiranti tali a prescindere dal requisito del servizio, ha una conseguenza immediata : la caccia al titolo! Stanno aumentando proprio in questi giorni servizi privati che propongono corsi all’estero per conseguire il titolo di specializzazione, rivolti a chiunque voglia lavorare nelle scuole con il solo possesso del diploma e della laurea. A nulla è servito l’appello a note associazioni che lavorano con le disabilità, ai sindacati, alle forze politiche tutte, al Ministro Bianchi, Al Ministro Messa e ai sottosegretari all’Istruzione. Tutti tacciono e accettano questo modus operandi ingiusto e contraddittorio. 

Il Governo ha deciso di trattare i docenti di sostegno come se non esistessero o ancora peggio discriminandoli. Non è chiaro come mai lo Stato, pur avendo necessità di personale su sostegno, non mostri alcun interesse a specializzare chi da anni si forma sul campo e attraverso canali specifici di formazione. Ricordiamo inoltre che i docenti di sostegno sono stati tra i pochi ad esser sempre presenti a scuola, al fianco dei loro studenti, mettendo quindi a repentaglio la propria salute durante il periodo di emergenza sanitaria che ha imposto la didattica a distanza.  

Ci aspettavamo che la pandemia mettesse la scuola, con i suoi studenti e docenti, al centro dell’agenda politica. Ci aspettavamo politiche volte alla riduzione degli alunni per classe, alla continuità didattica, alla valorizzazione del servizio prestato e quindi stabilizzazione dei docenti precari.  Nulla di tutto ciò si è verificato. 

Il problema nasce dalla mancanza di sufficienti percorsi di formazione in alcune regioni italiane. É stato appena bandito il VI ciclo TFA, corso di formazione per il conseguimento della specializzazione per le attività do sostegno didattico agli alunni con disabilità. Anche quest’anno si conferma la Sicilia al primo posto con un’offerta formativa di 5000 posti per i TFA, mentre regioni con un fabbisogno costante di docenti specializzati come il Piemonte, la Lombardia, l’Emilia Romagna, contano poche centinaia di posti mettendo in serie difficoltà i docenti precari dalla possibilità di conseguire il titolo, nonostante continuino a servire le scuole e l’inclusione da anni. (V. DM755 allegato A). 

Il Coordinamento Nazionale Precari Scuola ha depositato in Senato nell’aprile 2020, un dossier di denuncia riguardo il TFA sostegno e il problema dei docenti precari che richiedono percorsi di formazione e stabilizzazione da anni, evidentemente i rappresentanti parlamentari non l’hanno neanche consultato! https://www.senato.it/application/xmanager/projects/leg18/attachments/documento_evento_procedura_commissione/files/000/113/701/CNPS.pdf

Abbiamo chiesto che venga posta un’interrogazione parlamentare a proposito. Una recente sentenza del Consiglio di Stato ha accolto l’appello riguardo la necessità di garantire la formazione a chi lavora nelle scuole pubbliche sui posti di sostegno adeguando l’offerta formativa in base all’effettivo bisogno territoriale. Ma anche quest’anno ha vinto l’ignoranza e la complicità con un sistema che favorisce le lobby della formazione privata italiana ed estera. Non ci resta che dire: siete tutti complici! Da oltre 2 anni è in atto una battaglia da parte dei docenti precari di sostegno per rivendicare il diritto alla formazione da parte del Ministero e relativa stabilizzazione! La risposta è stata quella di assumere diplomati, laureati con o senza servizio, purché in possesso del titolo che si sia conseguito come e dove non importa a nessuno! L’importante è che tornino i conti o che si continuino ad avviare campagne propagandistiche sul merito! Manca un’analisi di dati numerici e la consapevolezza di individuare chi siano i docenti precari di sostegno e perché non vengano formati e stabilizzati. 

In conclusione i docenti di sostegno con pluriennale servizio nelle scuole, ringraziano le forze politiche e sindacali per l’ennesima contraddizione e complicità ad un sistema che sta divenendo sempre più corrotto e insensibile all’argomento scuola e disabilità. I docenti di sostegno continueranno a lavorare da precari, quest’anno per alcuni di loro sarà il terzo, quinto, decimo anno e probabilmente si troveranno a fare da tutor a chi non ha mai lavorato per aiutarlo a superare dignitosamente l’anno transitorio per entrare in ruolo. A tutti gli altri, precari da anni, non rimane che “tentare” ancora una volta la fortuna sperando di accedere al prossimo TFA, oppure affrettarsi a conseguire il titolo in Romania se fosse possibile entro il 31 luglio 2021! 

CNPS Coordinamento Nazionale Precari Scuola