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I docenti, la mancata continuità didattica e i ritardi della burocrazia italiana

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Docenti alle prese con la mancata continuità didattica e l’impossibilità a proseguire un percorso educativo già avviato per via dei soliti ritardi della macchina burocratica italiana. Il caso è ripreso dal quotidiano Il Giorno

 

Assunte dalle graduatorie a esaurimento, superato l’anno di prova, vincitrici del concorso 2016, chiederebbero semplicemente di poter continuare a lavorare nella loro scuola, senza rinunciare al diritto di una nuova assunzione dalla graduatoria di merito del concorso. Le tante sollecitazioni, via mail e telefoniche, al Miur per chiarimenti non hanno trovato risposta, secondo una prassi ormai nota per chi si confronta con la cosiddetta “amministrazione trasparente.

Cambiano infatti le vicende, ma restano costanti gli ostacoli e le storture di un sistema che procede per eccezioni, o discutibili interpretazioni delle regole scritte.

 

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“I concorsi, che dovrebbero avere un tempo preciso di realizzazione, hanno subito e subiscono continue proroghe, segnalate da laconici avvisi nei siti degli uffici scolastici regionali e, anche in questo caso, con scarse informazioni e precisazioni”, scrive Sandro Neri.

E ancora: “Le forme e i criteri di assunzione mai resi omogenei, con vecchi e nuovi sistemi che s’intrecciano, non riescono a sanare le ormai note graduatorie a esaurimento dei precari. Graduatorie che, nel concreto, non si esauriscono mai, subiscono strane metamorfosi di sigle dietro alle quali c’è, purtroppo, un personale precario in attesa di chiamata”.

“I mali diventano palesi in autunno: le scuole senza personale, i servizi che non partono, le proteste generali. Ma è già tardi. Troppo, forse, per un Paese che dovrebbe almeno salvaguardare la formazione delle nuove generazioni, tutelando ciò che di buono c’è nelle nostre scuole e nel lavoro quotidiano di tanti”, conclude Neri.