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I docenti vogliono la contrattazione separata

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Nell’arco di tre settimane, oltre 1200 persone hanno partecipato al nostro sondaggio e quasi 2.200 a quello lanciato sul sito della Gilda degli insegnanti. L’84.4% ha dichiarato di essere favorevole all’istituzione di un’apposita area di contrattazione separata che valorizzi la funzione docente, a fronte di un 15.6% che ha espresso parere contrario. Questo dato testimonia un diffuso consenso (non solo all’interno della categoria degli insegnanti) nei confronti del contratto separato ed appare molto significativo se rapportato ai dati del sondaggio proposto dalla Gilda (che come è noto è un’associazione professionale composta essenzialmente da insegnanti) nel quale i docenti favorevoli raggiungono addirittura l’89% e quelli contrari solo l’8%. A tale proposito, anche le risposte ad un’altra domanda del nostro sondaggio confermano questa tendenza, in quanto l’85.2% dei partecipanti ha affermato di vedere con favore la possibilità che le associazioni professionali costituite solo da insegnanti abbiano un peso maggiore nella contrattazione della categoria, contro un 14,8% di contrari.

Molto pochi, inoltre, coloro che manifestano timori riguardo a possibili derive corporativiste. Il 76.2%, infatti, ritiene che aree di contrattazione separata per dirigenti scolastici, docenti e personale Ata non possano provocare conflitti fra le varie categorie, mentre sono il 23.8% quelli che mostrano qualche preoccupazione al riguardo.

Viene considerata con molto equilibrio e serietà professionale la questione degli incentivi economici legati alla separazione dei contratti. Alla domanda “Sei favorevole solo se ciò comporterà degli aumenti retributivi?” il 49.7% ha risposto affermativamente, mentre il 50.3% si è dichiarato contrario. Questo sta a significare che, accanto ad una metà di partecipanti che reputa importante la contrattazione separata solo in funzione di adeguati aumenti nella retribuzione, esiste un’altra metà di docenti che lo ritiene uno strumento fondamentale di valorizzazione e di rilancio della professione a prescindere dalle rivendicazioni salariali.

Dal sondaggio emerge, infine, un dato interlocutorio rispetto alle modalità operative necessarie per la modifica delle aree contrattuali. Il 59.8% ritiene che i sindacati più rappresentativi non debbano essere consultati per introdurre le nuove aree, mentre il 40.2% dei partecipanti si dichiara favorevole ad una concertazione (come previsto dal Dls. 165 del 30/3/2001) presso l’ARAN, fra il Ministro per la funzione pubblica e i sindacati ‘onnicomprensivi’, come Cgil, Cils, Uil e Snals, che raccolgono fra i loro iscritti tulle le tipologie di personale scolastico.

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