Home Alunni I “volontari” alle interrogazioni? Meglio assecondare

I “volontari” alle interrogazioni? Meglio assecondare

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Se l’art. 2, il DPR prevede l’obbligo, per docenti e dirigenti, di attivare con gli studenti un “dialogo costruttivo” anche in relazione ai “criteri di valutazione”, è comunque necessario consultare il docente e prospettare la possibilità di calendarizzare le verifiche, perché è il docente, di concerto con gli studenti ed in base agli specifici obiettivi didattici della classe, ad “accogliere” i volontari.

L’esperto di dirittoscolastico.it, precisa pure che può rifiutarli, ma dovrebbe giustificare il motivo, anche perché sembrerebbe, a detta dell’esperto, che lo studente, non sapendo la data della verifica, sia tendenzialmente sempre preparato.

Se il professore rifiuta la richiesta dell’alunno, la richiesta di intervento può essere rivolta al Consiglio di Classe nel suo complesso od al Dirigente Scolastico, che assumono i provvedimenti ritenuti più opportuni.

 In linea di massima, ogni studente ha il diritto di conferire sugli argomenti di studio il più spesso possibile e con serenità.

Ma non solo, dal momento che solo gli studenti  sono a conoscenza delle eventuali sovrapposizioni di verifiche nel corso dello stesso periodo, possono formulare suggerimenti ai docenti affinché il calendario possa essere ridisegnato in modo da garantire maggiore sinergia e coordinamento. I docenti possono confutare le osservazioni, ma, se la loro condotta è causa di una lesione evidente e grave del diritto dello studente ad una verifica frequente, equa e serena, ne rispondono nelle sedi competenti.

Una soluzione potrebbe darla il P.O.F. nel quale si possono fare espressi riferimenti alle modalità di verifica ed, eventualmente, proprio alla prassi dei “volontari”.

Se dunque nessuna norma esclude di proporsi per la verifica, il docente ha tuttavia il diritto di declinare l’offerta, ma se ne assume responsabilità col rischio che il giudizio attribuito dal docente può essere oggetto di ricorso innanzi al T.A.R

È sempre consigliabile, precisa l’esperto, acconsentire alla richiesta dello studente che si offra spontaneamente, nel caso in cui un esito positivo possa consentirgli di recuperare gravi deficienze conoscitive o di dar prova di aver suturato lacune emerse precedentemente. Un colpevole e negligente rifiuto esporrebbe il voto finale del docente alla possibilità del sindacato innanzi al giudice amministrativo.