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Intelligenza artificiale a scuola, chi la sta usando? A che punto siamo con la sperimentazione? I docenti sono pronti a usarla?
Oggi, mercoledì 11 giugno, inizia la Summer School Indire con la presentazione dell’indagine sull’utilizzo dell’AI nelle scuole svolta dalla Tecnica della Scuola e Indire, indagine che ha permesso di fotografare alcuni aspetti importanti dai quali prende il via il lavoro degli esperti.
IA a scuola, importante la formazione dei docenti
Il gruppo di ricerca PATHS, in collaborazione con il Ministero dell’Istruzione e del Merito, propone un ricco programma di interventi e laboratori nella VI edizione della PATHS Summer School che si tiene online dall’11 al 13 giugno.
“L’IA può stimolare, può arricchire ma rischia di essere un uso non informato, rischia di generare una dipendenza cognitiva. Servono strumenti, professionisti che arricchiscono la nostra scuola. Avete al vostro fianco un istituto che vi permetterà sempre di aggiornarvi, supportarvi e darvi un servizio di massima qualità”, queste le parole del presidente INDIRE Francesco Manfredi.
Antonella Tozza, direttrice generale Mim: “Questa è una sfida epocale. L’IA è più di un mezzo, è qualcosa di diverso, sta trasformando troppo rapidamente il mondo. L’IA non è solo un problema di educazione, ma antropologico. La prima questione è il concetto di intelligenza. Bisogna capire le implicazioni dell’IA mantenendo la centralità dell’uomo. Sicuramente nella formazione iniziale degli insegnanti dovremmo inserire l’IA, i docenti devono iniziare a concentrarsi. Bisogna partire dai nuovi docenti. Non sono i primi passi, quelli che stiamo facendo. Circa il 60% dei ragazzi utilizza ogni giorno l’IA. Dobbiamo riuscire a superare il gap dei docenti. Non basta comprendere se la verifica sia stata svolta con un chatbot, ma come usare lo strumento per far crescere i ragazzi. Solo con il dialogo con la scuola potremo avere queste risposte a questi interrogativi”.
La presentazione dei dati INDIRE-Tecnica della Scuola
Samuele Calzone (Indire) ha introdotto il modello “2 hour learning”, due ore al giorno di materie curriculari e poi uso di programmi di intelligenza artificiale”.
Secondo l’indagine Tecnica della Scuola – INDIRE, come ricordiamo, 1035 docenti dichiarano di usare l’IA nella didattica. “C’è un cauto approccio da parte dei docenti. Secondo i docenti non è scontato che l’IA fornisca un miglioramento nell’apprendimento. Risulta interessante concentrarsi sulle criticità. Per i docenti è utile per ricercare materiale, pianificare la didattica”.
“Rispetto agli studenti la valutazione del corpo docenti è più cauta. Cosa è importante insegnare agli studenti? Cosa vuol dire affidarsi ad una conoscenza? Risulta importante sviluppare il pensiero critico, con attenzione ai rischi. Quali ostacoli? Secondo l’indagine il primo tema è la competenza: bisogna rafforzare la formazione del nostro personale docente su strumenti di questo tipo”.
“Faremo un approfondimento con 956 docenti (660 che usano l’IA) disposti a collaborare con noi”, ha concluso Calzone.