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Il 23 marzo ‘l’urlo della scuola’: iniziative spontanee per salvare l’istruzione

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Non si arrestano le iniziative in difesa dell’istruzione pubblica e contro i tagli a risorse ed organici del personale scolastico. In attesa che l’emendamento “salva organici”, approvato il 6 marzo dalle commissioni Affari costituzionali e Attività produttive della Camera, trovi la sua definitiva approvazione, andando a costituire il primo atto in controtendenza dopo anni di operazioni orientate solo al risparmio, un folto gruppo di movimenti e coordinamenti di settore (in prevalenza del Nord Italia) ha dato vita all’associazione “Una nuova primavera per la scuola pubblica”: l’obiettivo dichiarato è quello di “raccogliere le idee e le energie di tanta parte del mondo della scuola che oggi si trova a battersi in condizioni di solitudine, impotenza e separatezza”.
“Inascoltati – si legge nel sito internet dei promotori – vogliamo farci ascoltare e decidere del nostro futuro. Per cominciare abbiamo ideato e promuoviamo insieme a tanti ‘l’urlo della scuola”. L’appuntamento è per il 23 marzo. Giornata durante la quale “ogni scuola, università, centro di ricerca e luogo della conoscenza” si mobiliterà, “ognuno con la propria autonomia, ognuno con la propria creatività, dall’occupazione al girotondo, dalla festa al flash-mob, dall’assemblea d’istituto al capannello, dall’urlo collettivo al seminario di studi, dall’interruzione delle lezioni alla semplice esibizione della primula, simbolo generale di una nuova auspicata primavera e della manifestazione”.
La giornata è organizzata per richiamare l’attenzione su quella che viene considerata la deriva dell’istruzione pubblica: per l’associazione oggi la scuola, anzi tutto il mondo della formazione, vive uno “stato di estremo abbandono, disattenzione e impoverimento”, persino “costretta a finanziarsi attraverso le famiglie in una sorta di privatizzazione strisciante incostituzionale”, con “il personale insegnante e amministrativo ridotti all’osso, un’offerta formativa e un tempo scuola ogni anno più modesti. Le università arrugginite e incrostate da baronie inamovibili, numeri chiusi e quiz, selezione casuale e senza merito e una cultura aziendalista che tende ad uccidere nella culla la libertà di ricercare e sperimentare”.
La manifestazione si rivolge a tutti: “per questo motivo – tengono a precisare i promotori della giornata di mobilitazione – si preferisce non vi siano simboli riconducibili a partiti o sindacati, nel rispetto dell’iniziativa che vuole essere trasversale ed aperta a chiunque intenda lanciare un grido di attenzione per una nuova primavera dell’istruzione pubblica”.