Home Attualità Il 65,4% degli studenti senza cittadinanza è nato in Italia

Il 65,4% degli studenti senza cittadinanza è nato in Italia

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Uno dei 5 referendum dell’e 9 giugno chiederà se si è d’accordo a dimezzare, portando da 10 a 5, gli anni di residenza regolare nel Paese necessari ai maggiorenni con cittadinanza non EU per richiedere la cittadinanza italiana.

La normativa in discussione riguarda la Legge  91/1992 che  non tiene conto dei minorenni che non hanno modo di acquisire autonomamente la cittadinanza italiana, essendo legati al destino e allo status dei loro genitori.  I quali fra l’altro devono aspettare ben oltre i 10 anni per diventare cittadini, a causa delle lungaggini della fase di esame e della successiva procedura di registrazione e giuramento. La stessa attesa riguarda, di conseguenza, i figli più piccoli o adolescenti, che nel frattempo, per anni, frequentano le scuole e condividono le altre esperienze dei coetanei italiani, ma senza avere diritti di cittadini e cittadine.

Si può arrivare ad attendere anche 13-14 anni dall’inizio della residenza regolare dei genitori. 

Partendo da queste premesse, secondo  Save the Children, sarebbero oltre un milione i bambini e adolescenti iscritti nell’anno scolastico 2022/2023, pari all’11,2% del totale. Più della metà di loro frequentava il primo ciclo di istruzione, con un incremento di ben 42.500 unità (+4,9%) rispetto all’anno precedente. Tra gli studenti senza cittadinanza, la percentuale dei nati in Italia è del 65,4%. 

Con la vittoria del Sì, secondo le stime del Centro Studi e Ricerche Idos, i primi beneficiari sarebbero almeno 284 mila bambini e  adolescenti, che seguirebbero la condizione giuridica dei genitori naturalizzati. 

La cittadinanza darebbe loro la possibilità di viaggiare all’estero in gita scolastica con i loro compagni di classe senza fare una fila diversa in aeroporto o dover faticare per un visto, accedere a una borsa di studio, aderire al programma Erasmus, fare uno stage in un altro paese europeo. Non perdere giorni di scuola per andare in Questura a rinnovare il permesso di soggiorno e giunti a 18 anni, votare.  

Ma non solo, a seguito di uno studio realizzato nel 2023 per il rapporto “Il mondo in una classe” che ha coinvolto oltre 6.000 studenti tra i 10 e i 17 anni, è emerso che la cittadinanza italiana sembra influire positivamente sul livello di istruzione.

Ad esempio, il 45,5% degli studenti italiani intervistati ritiene di poter ottenere un diploma di laurea, un master o un dottorato. Questo dato scende di quasi dieci punti (al 35,7%) per gli studenti con background migratorio senza cittadinanza.  

Inoltre, secondo sempre Save the Children, il dimezzamento a 5 anni dei tempi richiesti per la domanda di cittadinanza parificherebbe l’Italia ad altri paesi europei – tra cui la Francia, la Germania, i Paesi Bassi, la Svezia.

Sottolinea ancora Save the Children: “È difficile per chi non ha provato questa situazione capire il vissuto di migliaia di bambini nati o arrivati da piccoli in Italia, che non sono riconosciuti formalmente dalla comunità in cui vivono”