Home Archivio storico 1998-2013 Elezioni politiche 2013 Il lascito di Profumo: basta stop and go, alla scuola serve continuità

Il lascito di Profumo: basta stop and go, alla scuola serve continuità

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“Auguro al mio successore di fare un buon lavoro. E’ un settore determinante per il Paese sopratutto in un momento difficile come quello attuale. Mi auguro che ci sia un programma pluriennale e che ci sia continuità perché in questo settore il sistema stop and go non può funzionare”: con queste parole Francesco Profumo, titolare del ministero dell’istruzione nel governo Monti, ha voluto salutare l’arrivo di Maria Chiara Carrozza (Pd) a capo del Miur.
Si tratta di dichiarazioni che, tradotte in termini pratici, significano chiedere al nuovo responsabile del dicastero dell’Istruzione di proseguire il lavoro fatto negli ultimi mesi al Miur su diversi fronti. In particolare su edilizia scolastica, digitalizzazione, reclutamento (Tfa, concorsi a cattedra,…) riduzione del percorso di studi alle superiori. Punti su cui, almeno in parte, la Carrozza si sarebbe già detta pronta ad impegnarsi.
Oltre che sulla valutazione, che secondo Profumo andrebbe gradualmente standardizzata. Un punto, però, quest’ultimo, su cui la Carrozza potrebbe non essere d’accordo: il suo raggruppamento politico, il Partito Democratico, tramite l’onorevole Francesca Puglisi, ha chiesto di fare un passo indietro sull’argomento. Si tratta di un terreno rischioso, perché se adottato in malo modo rischia di far scivolare la valutazione in selettività eccessiva. Soprattutto se adottata nel corso dell’obbligo formativo. Per non parlare del “testificio”, spesso nozionistico, che rischia di coinvolgere anche i docenti.
Profumo, che in campagna elettorale era stato più volte accostato al Partito Democratico, sembra comunque ampiamente soddisfatto del nuovo esecutivo. “Sono molto contento, dopo la fiducia il nuovo governo potrà cominciare a lavorare con regolarità. Il Paese ne ha bisogno”.., ha concluso. Prima di confermare il suo ritorno al Politecnico di Torino, come docente accademico.