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Il Miur sbaglia il trasferimento, il Tribunale ordina il “rientro a casa” della docente

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L’algoritmo della mobilità continua a ritorcersi contro il Ministero, che sicuramente non aveva previsto l’effetto boomerang dei trasferimenti 2016.

Stavolta a esprimersi contro il meccanismo voluto dall’amministrazione è il Tribunale di Foggia con la sentenza del 21 dicembre 2016 n. 8933.

Il caso esaminato dai giudici è quello riguardante una docente di scuola secondaria di 1 grado, già iscritta nelle graduatorie ad esaurimento del personale docente che era stata assunta a tempo indeterminato presso una scuola della provincia di Lecce, grazie alle immissioni in ruolo della legge 107/2015, la Buona Scuola.

L’insegnante, come riporta Italia Oggi, facendo domanda di mobilità come previsto dalla legge 107, è stata assegnata presso l’ambito territoriale 0016 della provincia di Foggia indicata nella domanda di mobilità come 25° preferenza mentre altri concorrenti che hanno partecipato alla stessa procedura di mobilità e della stessa fase, con punteggio inferiore e privi di titolo di precedenza, erano stati assegnati nelle sedi indicate con maggiore preferenza.

Accogliendo il ricorso, il Tribunale ordina al Ministero di assegnare alla docente una sede compresa nell’ambito Puglia 0017 (indicato dalla ricorrente come prima preferenza).

Si tratta in effetti di un film già visto diverse volte e in diverse salse, ma che conferma il caos che i trasferimenti del 2016 hanno creato per gli insegnanti.

 

Tuttavia, come evidenzia Italia Oggi, la sentenza del Tribunale di Foggia ha riconosciuto il periculum in mora, ovvero che il trasferimento in questione della docente, ha inciso negativamente sulla vita personale e di relazione: “tali conseguenze pregiudizievoli, lesive di prerogative e diritti costituzionalmente tutelati, sono adeguatamente evitabili con un provvedimento di natura cautelare idoneo a preservare il diritto invocato, verosimilmente sussistente, durante il tempo necessario a farlo valere in maniera ordinaria“, afferma il giudice.

 

Quindi, per tirare le somme, la sentenza conferma che gli insegnanti con punteggi molto alti e quindi con precedenza, hanno diritto ad essere trasferiti subito ad una sede di lavoro più vicina rispetto a quella lontana in cui erano stati destinati a causa del meccanismo della mobilità 2016, dove si sono visti scavalcati da colleghi con punteggi inferiori che invece sono rimasti vicino casa.

 

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