Home Didattica Il presepe a scuola? Sì, quasi plebiscitario

Il presepe a scuola? Sì, quasi plebiscitario

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Le polemiche in Italia, si sa, sono persistenti, come le afe africane in estate, e allora basta un non nulla, come la decisione di qualche collegio di docenti a non realizzarlo per rispetto delle  minoranze religiose, che scatta la baruffa: presepio a scuola sì, presepio a scuola no. E noi, per capire cosa ne pensano i nostri lettori, abbiamo montato un sondaggio che, senza sorprenderci molto, ha decretato quasi all’unanimità, finora, la scelta di realizzarlo.

Interessante è però riportare i commenti che sulla pagina FB del nostro sito si stanno susseguendo, con una passione così bella e gioiosa che fa capire come la tradizione legata al Natale sia profondamente radicata e antica nella nostra più intima cultura.

Se si esclude infatti solo qualche breve commento sul tipo: “chi vuole il presepe se lo faccia a casa”; oppure: “la scuola ha altri problemi e questo del presepe distoglie l’attenzione su altri veramente impellenti e importanti”, i nostri lettori ci dicono che sul presepe a scuola non si discute nemmeno: “l’ho fatto a scuola oggi, con i ragazzi!”; “le ore di religione sì e il presepe no? Che senso ha?”; “non si può ammazzare la propria appartenenza culturale per lasciare spazio ad una falsa apertura mentale verso le altre religioni!”; “chi non crede lo intende come una comune scena di vita quotidiana ambientata ai tempi di Gesù”; “Presepe a scuola si! In caso contrario allora non dovrebbero neanche costringere i bambini stranieri a stare a casa da scuola o giorni festivi tipo l’Immacolata, Natale etc. secondo me presepe crocifisso etc dovrebbe essere uno scambio culturale… solo in questo modo ci sarà integrazione… diversamente si genera solo razzismo”.

Da sottolineare il commento di Daniela: “halloween che non ci è mai appartenuta si, presepe no? Che senso ha?”, mentre Susanna riflette: “premesso che la ‘guerra sul presepe’ la trovo sciocca e deprimente e che in 17 anni credo di averlo fatto forse tre sole volte, per quanto riguarda la mia esperienza posso solo dire che in genere ai bambini il Presepe piace moltissimo, a tutti, indistintamente, sia guardarlo che ancor più crearlo (per altro attività molto stimolante : li ho visti inventare soluzioni che non ci si immagina). Le motivazioni contrarie per ragioni di integrazione francamente non le condivido: l’identità si costruisce anche attraverso il confronto con l’Altro da sé; l’Intercultura è scambio, conoscenza e rispetto per le diverse culture e tradizioni, non il loro azzeramento. Se se ne fa un discorso di laicità invece posso anche essere d’accordo, ma allora bisognerebbe eliminare del tutto qualsivoglia attività legata al Natale: niente albero, niente regalini, niente lavoretti, niente recite e feste. Altrimenti è ipocrita e a mio parere anche insensato”.

Ma fondamentalmente per quasi tutti i lettori de La Tecnica il presepio “è un simbolo di pace, fratellanza, amore vero”; “è una delle poche cose che ci rimangono della tradizione, non perdiamole!”

“Il presepe può solo arricchire. Incrementare la creatività. Ben vengano tutti i simboli religiosi nelle scuole, purché viste come simboli di pace che accomunano e non che dividano”

Queste ultime parole forse racchiudono il vero significato del Natale: includere e non escludere, accettare e non rifiutare, tollerare e accogliere, amare: altrimenti perché sarebbe venuto il Salvatore in terra? Per farci litigare anche su un altissimo messaggio di pace e amore?

 

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