Home I lettori ci scrivono Il rischio della premialità è di scatenare “guerra tra bande”

Il rischio della premialità è di scatenare “guerra tra bande”

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Si avvicina il momento di dare il bonus ai docenti. Qualunque criterio sarà adottato, temo che creerà nelle scuole momenti di tensione e di rabbia, il contrario del clima sereno  che si richiede per fare un buon lavoro educativo e didattico con gli allievi.

Infatti il bonus ai docenti ritenuti più bravi(il 10%), non farà scattare l’emulazione da parte degli altri docenti esclusi, ma l’invidia e la rabbia, tanto che potrebbe far adottare da parte di costoro una specie di sciopero passivo: “Non sono stato premiato? Non sono ritenuto bravo? Quindi non faccio niente per la scuola, oltre al mio lavoro dovuto, non do una mano a risolvere problemi, faccio il minimo possibile, non do la disponibilità a sostituire i miei colleghi assenti, non porto gli alunni in gita, non sono disponibile a fare aggiornamento…”

Insomma si creerebbe un clima di ostilità tra due fazioni: quella premiata dal Preside, su cui ricadrebbe tutta l’organizzazione della scuola, il piano di miglioramento, eccetera, e il gruppo dei non premiati.

L’idea di una scuola collaborativa, in cui credo, verrebbe meno. Non mi attira l’idea di avere un gruppo di fedelissimi sol perché ho dato loro il premio, se poi mi trovo in una trincea fra due gruppi contrapposti che si sparano tra di loro.

Abbandonare la premialità, non significa abbracciare l’ideologia del “siamo tutti uguali” che ha creato altrettanti danni nella scuola: ”Se lavoro di più e meglio rispetto a te, perché dobbiamo percepire lo stesso stipendio? Allora, tanto vale che anch’io metta i remi in barca:”

Andrebbe piuttosto sposata l’idea di una carriera dei docenti dove si valutano il curriculum vitae del docente, i ruoli ricoperti  all’interno dell’organizzazione scuola, i risultati degli apprendimenti dei propri allievi, i corsi di formazione a cui si è partecipato, le competenze acquisite (per es. saper adoperare la LIM).

La commissione giudicatrice dovrebbe essere composta da docenti e dirigenti di altra scuola e pagata, non come avviene adesso per i comitati di valutazione (solo nella scuola capita che si prendano impegni aggiuntivi senza essere pagati)!

La terzietà della commissione dovrebbe garantire l’imparzialità della decisione .Così ci sarebbe uno scatto di carriera che andrebbe oltre lo scatto solo per anzianità di servizio. Si creerebbe una middle class all’interno della scuola, ma autonoma dal dirigente scolastico di turno, la quale assicurerebbe l’identità della scuola e la sua organizzazione e ne governerebbe il miglioramento. E gli altri docenti non avrebbero niente da ridire, perché non si sentirebbero ingiustamente esclusi, ma potrebbero ritentare il concorso a titoli tre anni dopo, cercando di migliorare le proprie competenze.