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Il tema è semplice: perché non si fa un accordo con la Svizzera?

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Non certamente andare a piluccare tra i soldi legalmente depositati, ma indagare sugli altri, sui soldi anonimamente scappati al fisco nostrano e che però sono custoditi saldamente nelle banche Svizzere e coperte dal più severo anonimato.
Secondo alcuni lettori del nostro giornale, che hanno attinto dati da altre fonti, basterebbe una tassa del 30% nei confronti di questi capitali, che comunque è sempre meno sia della tassazione Irpef negli stipendi degli impiegati e sia di tutta l’altra pletora di tasse che si è costretti a pagare, per avere un gettito erariale di 35/40 miliardi di euro.
Lasciamo stare i miliardi sperperati per l’armamento di “difesa” del sacro suolo italiano, ma basterebbe concentrarsi solo sui soldi emigrati illecitamente nelle banche svizzere e forse una parte, seppure non grande, dei problemi del nostro paese si potrebbe risolvere. Perché questa scelta non viene neanche citata nel calendario di lacrime e sangue del nostro Governo tecnico?
I nostri lettori ricordano pure, e meno male che ancora tanti insegnanti ricordano, che sono stati tagliati 300 milioni di euro per l’assistenza sanitaria ai malati gravi, più altri interventi gravosissimi alla scuola, tanto da fare pensare ad un aumento spropositato di ore ai docenti senza contropartita stipendiale. E inoltre nessun aumento salariale è fra l’altro arrivato dal 2007 (ultima firma del contratto), mentre è stato bloccato lo scalone sessennale con lo scatto di anzianità e l’uscita dei docenti che non maturavano il diritto dopo il 2011.
Ma che politica è mai questa che non riesce ad ascoltare nemmeno Confindustria che vorrebbe una tassa sui grandi patrimoni per alleggerire le industrie?