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Immissioni in ruolo, i dati elaborati dalla Cisl Scuola

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L’accordo sulle immissioni in ruolo di 67mila (29.108 docenti + 35.899 Ata) precari della scuola o 67.129 secondo la stima Miur, prevede una ripartizione regionale che, secondo i primi calcoli, potrebbe essere la seguente:
 
Le possibili assunzioni in ruolo distinte per Regione
                         ATA
DOCENTI
Regione
Posti (*)
Regione
Posti (**)
Lombardia
7.168
Lombardia
5.214
Friuli V.G.
3.392
Lazio
3.571
Campania
3.085
Toscana
3.209
Veneto
3.035
Emilia R.
3.079
Piemonte
3.284
Campania
2.586
Emilia Romagna
2.662
Piemonte
2.461
Toscana
2.380
Veneto
2.349
Puglia
2.376
Puglia
1.940
Sicilia
2.247
Calabria
878
Calabria
1.127
Marche
772
Friuli V.G.
892
Liguria
750
Liguria
757
Friuli V.G.
616
Marche
995
Umbria
551
Abruzzo
764
Abruzzo
533
Sardegna
669
Sardegna
256
Umbria
599
Molise
129
Basilicata
314
Sicilia
125
Molise
233
Basilicata
89
 
 
 
 
TOTALE
35.899
TOTALE
29.108
 
 
 
 
 
(Elaborazione CISL Scuola Sicilia – www.cislscuolasicilia.it )

Per quanto riguarda gli Ata il calcolo è stato fatto tenendo conto delle cessazioni al 01/09/2011 (7.324), alle disponibilità esistenti (42.742) ed ai tagli (14.167) desunti dalla relazione tecnica allegata al DL 112/2008. Per i docenti il calcolo tiene conto delle cessazioni al 01/09/2011 (27.376), alle disponibilità già esistenti (31.435), al numero dei docenti in esubero (10.004) ed ai tagli previsti (19.699).

Come si nota i posti più numerosi, sia per i docenti sia per gli Ata, sono al nord, con eccezione della Campania (3.085 posti Ata, 2.586 posti docenti); la Lombardia la fa da padrona (7.168 Ata, 5.214 docenti) insieme al Veneto (3.035 Ata, 2.349 docenti) e al Piemonte (3.284 Ata, 2.461 docenti) . 
Fra le regioni meridionali si salvano la Puglia (2.376 Ata, 1940 docenti) e la Calabria (1.127 Ata, 878 docenti). In Sicilia compare una situazione strana con tanti posti Ata (2.247) e pochissimi docenti: solo 125.
Naturalmente non si tratta di numeri ufficiali, ma si può cominciare a farsi un’idea della situazione generale. Si tratta comunque di circa 65.000 posti, se quest’anno solamente o spalmati sul triennio nessuno l’ha ancora ben capito.