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Indennità di reggenza e dirigenti scolastici

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Su Tecnica della Scuola leggo una dichiarazione, in data 18 settembre 2016, del Presidente ANP Giorgio Rembado che vuole ricordare, a chi si fosse distratto, che un “preside si trova a dover gestire sei scuole ma molti arrivano a doverne dirigere 12 o 15”. Presumo che il titolo sia stato mal formulato e che i numeri 6, 12 e 15 si riferiscano a percentuali non meglio chiarite e non alla consistenza delle scuole gestite.

Se poi, invece, si è voluto fare riferimento a scuole accorpate risulta che  mai ne siano state accorpate 6, 12 o 15 tra di loro. In generale, certe affermazioni possono scaturire soltanto da concezioni fantasmagoriche che attraverso le proprie “lanterne magiche” mentali generano immagini fantastiche, per raccontare storie ricchissime di effetti speciali al fine di imbonire gli allocchi per fare proselitismo “pro domo sua” come ci ha insegnato Marco Tullio Cicerone.

Ma dimenticavo, il Nostro, oltre a ricordarci la direzione di 15 scuole ci ha prima insegnato che i dirigenti scolastici sono superuomini “sfruttati” dal MIUR “a fondo per il senso di responsabilità e il senso dello Stato della categoria, costretta a saltare le ferie estive – fatto assolutamente eccezionale nelle amministrazioni pubbliche”.

E tutto questo gli eroi superuomini lo affrontano per la misera somma di 63mila €uro l’anno a fronte dello stipendio di un professore di scuola secondaria di secondo grado di euro 23mila circa, tredicesima mensilità compresa. Ossia 40mila €uro l’anno in più.

Sempre il Nostro ci dice anche che “l’indennità per il preside è simbolica e talvolta, quando l’istituto non è vicino, non si riconoscono al preside neppure le spese di viaggio per raggiungerlo”.

Non risulta che il MIUR abbia mai negato, se preventivamente autorizzate come dovrebbero, le spese di viaggio, vitto e pernottamento ad un proprio dipendente che sia stato inviato a compiere una missione.

Per quanto concerne la simbolica indennità di reggenza dei superuomini, se “simbolico” significa “puramente rappresentativo e formale” alla faccia di questo simbolo!

Di un simbolo che va dai 14.500 €uro circa ad un massimo di 18.500 €uro circa annui (questo è l’importo corrisposto a seconda della regione in cui si opera e della fascia riconosciuta alla scuola) tutto si può dire tranne che esso sia rappresentativo o formale. Non trattasi di simbolo ma di concreta sostanza.

Non risulta che a un dirigente scolastico sia stata mai assegnata, in forma d’imperio, una reggenza scolastica, attesa la sua simbolica remunerazione, alla quale nessuno vuole accedere.

Risulta, anzi, che ci sia la corsa all’ottenimento della reggenza perché i superuomini amano fregiarsi della coccarda raffigurante un simbolo di almeno 14.500 euro all’anno.

Quanto alle responsabilità e ai maggiori carichi di lavoro, sarebbe bello e democratico e, qui, ci sta l’”incontestabile” del Nostro, se questi maggiori carichi di lavoro fossero, in termini quantitativi, sempre documentati e trasparenti.

Negli anni 70 ho avuto l’onore di partecipare ad un corso di aggiornamento tenuto dal Dott. Enzo Giffoni, allora Provveditore agli Studi di Brescia.

Alla domanda di un collega che sosteneva che il Segretario (in quel tempo ci chiamavamo così), per ragioni d’ufficio, si sarebbe potuto allontanare dalla scuola senza dare rendiconto alcuno, il Dott. Giffoni, dall’alto della sua statura morale e della sua onestà intellettuale, rispose che egli, Provveditore agli Studi (Dio solo sa quanto ci mancano queste figure) era presente in ufficio tutti i giorni alle ore 8,00 e qualora si fosse dovuto assentare, per ragioni di servizio, annotava l’orario d’uscita e quello di ritorno in sede.

Ma i tempi e l’etica del Dott. Giffoni mi pare si siano persi strada facendo.