Home I lettori ci scrivono Insegnanti di religione ed esami di terza media: una riflessione

Insegnanti di religione ed esami di terza media: una riflessione

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Il “Comitato Nazionale Scuola e Costituzione” ha scritto al Miur una lettera nella quale esprime contrarietà alla presenza degli insegnanti di Religione Cattolica durante l’esame di terza media, che, lo ricordiamo, è una novità introdotta durante quest’anno scolastico. Nel testo pubblicato, è impossibile non notare imprecisioni, approssimazioni e anche un certo livore verso questa categoria di insegnanti. È piuttosto strano il modo in cui si guarda a questi docenti: da una parte si invoca il fatto che essi assumano tutti gli impegni degli altri insegnanti, dall’altra, quando ciò si realizza, come nel caso della loro presenza agli esami di terza media, ci si scandalizza perché debbano fare le stesse cose dei loro colleghi e si chiede al MIUR di intervenire perché siano esclusi dalla commissione d’esame.

Ma veniamo al testo scritto dal “Comitato Nazionale Scuola e Costituzione”. Si afferma: “L’inserimento di docenti Irc (= Insegnamento Religione Cattolica, ndr) nelle commissioni d’esame per la terza media è l’ultimo atto di un processo sotterraneo – iniziato con il rinnovo del sistema concordatario – per recuperare all’Irc nelle scuole pubbliche il ruolo di ”materia obbligatoria” con diritto all’esonero”. Come si fa a dire che che l’inserimento dei docenti di Irc nelle commissioni d’esame sia l’ultimo atto di un processo sotterraneo iniziato con la revisione del concordato volto a far tornare l’Irc materia obbligatoria con facoltà di esonero, quando fu proprio la revisione del Concordato a eliminare l’istituto dell’esonero? Infatti per l’Irc, a partire dagli anni Ottanta, è la famiglia a scegliere se avvalersi o meno di tale insegnamento: non è più una materia obbligatoria con facoltà di esonero, ma, proprio all’esatto contrario, una materia facoltativa che, dopo essere stata scelta, diventa curricolare.

Prosegue il testo: “Solo con difficoltà sono state introdotte norme e istituti per rendere effettiva la nuova facoltatività con la formulazione delle quattro alternative fra cui la frequenza di una reale materia alternativa”. Falso! Gli istituti per rendere possibile delle alternative all’Irc risalgono agli anni Ottanta, proprio quando venne revisionato il Concordato. Ridicolo poi che si faccia di tutto per sminuire l’Irc e si parli di “reale materia alternativa”, quando il legislatore ha previsto che l’Irc sia una vera e propria materia, mentre l’attività alternativa è, appunto, non una materia, ma un’attività.

E ancora: “A confermare il valore che la Scuola dello Stato attribuisce all’Irc si è introdotto il ruolo per i docenti chiamati ad impartirlo”. È forse necessario ricordare che prima del 2004 agli insegnanti di Religione Cattolica si rinfacciava il fatto di stare ad insegnare senza aver fatto un concorso, ora il “Comitato Nazionale Scuola e Costituzione” si lamenta perché ne hanno fatto uno!!!

Il “Comitato Nazionale Scuola e Costituzione” rivolge poi delle domande al MIUR: “L’eventuale presenza di un docente di attività alternativa non si configura come discriminante nei confronti di coloro che hanno scelto attività di studio e ricerca individuali o la non presenza a scuola durante l’Irc?”. Viene da chiedere: cosa ci sarebbe di discriminatorio se la scelta è stata effettuata dagli stessi interessati? Non sono invece stati discriminati fino ad oggi tutti gli alunni che hanno scelto di avvalersi dell’Irc e che non hanno visto il loro insegnante agli esami di terza media?

E ancora: “Il docente di Religione Cattolica nella votazione per promozione o bocciatura si comporta come previsto nel DPR 202/1990, ossia non vota se il suo voto fosse determinante?”. Siamo alla completa mistificazione! Da nessuna parte è scritto che il voto dell’insegnante di Religione Cattolica non sia determinante ai fini della promozione o bocciatura! La legge dice che, qualora il voto del docente di Religione Cattolica risultasse determinante, esso semplicemente dovrebbe essere messo a verbale.

Come si evince da quanto argomentato, la posizione del “Comitato Nazionale Scuola e Costituzione” è dettata da astio contro gli insegnanti di Religione Cattolica i quali ormai, risulta evidente, sono attaccati con mille ragioni e con il loro esatto contrario.

 Nicola Rosetti