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Insegnanti in piazza a Roma e nelle calli di Venezia

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Organizzatori soddisfatti, per la buona riuscita della manifestazione di oggi, 27 ottobre, nel corso della quale 50mila persone hanno sfilato e protestato contro i continui tagli alla scuola e contra la scarsa attenzione del Governo al problema degli stipendi del personale.
Non si conoscono ancora i dati sulla adesione allo sciopero, ma è certo che a Roma erano in tanti, provenienti da ogni parte d’Italia.
E poi non bisogna dimenticare che anche a Venezia, in mattinata, un folto corteo di insegnanti e non, ha invaso la città lagunare rispondendo all’appello lanciato dalla Gilda.
“La scuola ha l’acqua alla gola, esattamente come questa città”: con queste parole il coordinatore nazionale Rino Di Meglio ha concluso il proprio intervento,  dopo aver passato in rassegna tutti i mali che oggi affliggono la scuola e il personale che ci lavora (organici ridotti all’osso, stipendi inadeguati e risorse sempre più scarse).
Slogan e parole d’ordine che a Roma erano scritti su centinaia di cartelli e che sono stati scanditi da migliaia di insegnanti.
Durissimi tutti gli interventi dal palco, da Panini (Cgil-Flc) per concludere con Pirani (segretario generale della Uil) e Bonanni  (segretario nazionale della Cisl), presenti anche per testimoniare che quello della scuola è un problema generale e non di categoria.
Sotto accusa sono soprattutto le scelte del Governo in materia di rinnovo dei contratti: nella legge finanziaria del 2008 è prevista solamente l’indennità di vacanza contrattuale che consentirebbe di riconoscere un “obolo” di 8 euro a ciascun dipendente del Ministero della Pubblica Istruzione.
Bonanni chiama in causa direttamente Prodi: “Questa di oggi, come quella degli statali, è una manifestazione contro il Governo per esprimere tutto il nostro sdegno sull’attentato in corso contro la contrattazione collettiva e se Prodi c’è, batta un colpo”.
In un comunicato stampa diramato al termine della manifestazione, il segretario nazionale di Cisl-Scuola Francesco Scrima parla di una “finanziaria anoressica” per una scuola che, al contrario,  “è sempre più oggetto di una bulimia di richieste e  aspettative”. Non è tenero neppure Enrico Panini, segretario nazionale di Cgil-Flc che conclude il suo intervento dal palco lanciando un avvertimento chiaro all’esecutivo: “Da questa piazza parte un telegramma per il Presidente del Consiglio dei Ministri Romano Prodi e per il Ministro dell’istruzione Giuseppe Fioroni: ‘Sulla scuola pubblica non si scherza!’”