Home Politica scolastica Integrazione disabili: bassa qualità e scarsa continuità

Integrazione disabili: bassa qualità e scarsa continuità

CONDIVIDI

I dati non sono recentissimi (sono contenuti in una pubblicazione dell’Istat risalente al dicembre scorso), ma sono pur sempre meritevoli di qualche riflessione.

Si tratta dei numeri che descrivono l’integrazione degli alunni disabili nell’anno scolastico 2015-2016.

Il rapporto Istat parla di 88.281alunni disabili nella primaria (il 3 % del totale degli alunni) e di 67.690 nella secondaria  di I grado (il 4 % del totale).
Per le attività di sostegno sono impegnati poco più di 82mila docenti, 1 ogni 2 alunni con disabilità.
“Nelle regioni del Mezzogiorno – si legge nella sintesi del rapporto – si registra il maggior numero di ore medie di sostegno settimanali assegnate”.

Il dato più allarmante riguarda la scarsa continuità didattica: nella primaria il 16% degli alunni con disabilità ha cambiato insegnante di sostegno durante l’anno scolastico, nella secondaria di primo grado la percentuale sale al 19%.  

 

{loadposition carta-docente}

 

Il 42% degli alunni della scuola primaria ha cambiato l’insegnante di sostegno rispetto all’anno precedente, mentre nella scuola secondaria di primo grado ciò accade nel 36%dei casi.

Sempre secondo l’indagine dell’Istat il 10% degli alunni con disabilità non partecipa alle uscite didattiche brevi senza pernottamento organizzate dalla scuola.

Decisamente più grave la situazione relativa alle gite d’istruzione con pernottamento: nella secondaria di primo grado ne resta escluso il 20% degli alunni disabili, mentre nella scuola primaria la percentuale si attesta all’8%.

Si tratta di dati sui quali sarebbe forse il caso di interrogarsi soprattutto se si tiene conto del fatto che – a detta di molti – le norme sull’integrazione, a partire dalla legge 104 del 1992, sono fra le più avanzate al mondo.