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Invalsi, chi si sarebbe fatto avanti

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Primo fra tutti il bocconiano Daniele Checchi, ex rettore della Statale di Milano, ora docente di Economia, che ha nel curriculum diversi studi sulla scuola, ed è stato consulente per il governo Prodi sui temi di scuola e università e per i ministeri dell’Economia e della pubblica Istruzione nella stesura del Libro Bianco di Fioroni: lui sarebbe l’uomo giusto, quello della mediazione tra il filone degli «economisti», come Piero Cipollone e lo stesso Sestito, e i pedagogisti. Attualmente ricopre già un incarico nel comitato della spending review.
Ha deciso di candidarsi, dopo una seria riflessione mentre era in vacanza negli Stati Uniti, anche Anna Maria Ajello, docente di Psicologia dell’educazione all’università La Sapienza di Roma, che ha condotto diverse ricerche in relazione all’acquisizione di conoscenza a scuola e ha approfondito le questioni della valutazione in contesti di apprendimento e organizzativi. Membro della Commissione nazionale per la riforma dei curricoli della scuola primaria e secondaria di primo grado, vanta una collaborazione con l’assessorato alla scuola della provincia autonoma di Trento e con il relativo istituto per la ricerca educativa (IPRASE) di cui è membro del comitato scientifico, per la valutazione dei dirigenti scolastici e per attività di ricerca ad essa collegate.
In pole position c’è pure Mario Castoldi, docente associato di didattica generale presso la facoltà di Scienze della formazione dell’università degli di Torino, che ha confermato la sua candidatura. Il prof. Castoldi, infatti, oltre all’attività didattica svolge ricerca, formazione e consulenza sulle problematiche valutative in ambito scolastico, in collaborazione con scuole, reti di scuole, uffici territoriali dell’amministrazione scolastica: il suo approccio potrebbe piacere al ministro Carrozza perché originale, fortemente improntato alla responsabilizzazione dei soggetti in prospettiva autovalutativa.
Anche se resta forte la candidatura di Pietro Lucisano, professore di Pedagogia sperimentale alla Sapienza di Roma: avrebbe la strada spianata per la sua apertura alla modernità e ai nuovi strumenti tecnologici. Membro della fondazione Mondo digitale dal 2006 al 2010, è attualmente vicepresidente della società italiana di ricerca didattica (SIRD) e ha scritto diversi libri sulla ricerca e sull’apprendimento.
Ma potrebbero essere in corsa anche Andrea Gavosto e Stefano Molina, della Fondazione Agnelli; Claudio Gentili, responsabile education di Confindustria;
Anna Maria Poggi, presidente della Fondazione per la scuola della Compagnia di San Paolo; Giorgio Allulli, vicepresidente Isfol e vicepresidente della Rete europea per la qualità dell’istruzione e formazione professionale;
Angelo Paletta, professore nella facoltà di Economia dell’università di Bologna e referente scientifico dell’area “valutazione di sistema” dell’Invalsi ;
Tommaso Agasisti, professore del Politecnico di Milano autore di testi sui dati sugli apprendimenti; Luciano Galliani, del Dipartimento di Scienze dell’educazione dell’università di Padova;
Renata Viganò, docente dell’università Cattolica del Sacro Cuore.