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Invalsi: chiarimenti sulla restituzione dei risultati delle rilevazioni nazionali

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Con un comunicato del 30 settembre 2013 l’Invalsi ha fornito precisazioni in merito alla restituzione dei risultati delle scuole nelle rilevazioni nazionali sugli apprendimenti e sul trattamento del cosiddetto cheating.
Nella restituzione dei risultati ottenuti nelle rilevazioni nazionali sugli apprendimenti del 2012, le scuole hanno per la prima volta avuto esplicita indicazione della stima del peso dei cosiddetti cheating, vale a dire comportamenti anomali registrati nella effettuazione delle prove. A ciascuna istituzione scolastica sono stati restituiti dati al netto del cheating e, nei casi in cui questo ha superato una certa entità, tale da rendere comunque poco affidabili i risultati, questi non sono stati restituiti affatto.
Si tratta comunque di un trattamento effettuato a livello delle singole classi, per cui una scuola poteva ricevere un flusso differenziato di dati da classe a classe.
Le informazioni erano invece restituite integralmente al dirigente scolastico e ai docenti della scuola e delle singole classi, nonché al presidente del consiglio d’Istituto, che è sempre un genitore. L’obiettivo era quello di aprire un confronto interno alla singola scuola, non solo sull’uso delle rilevazioni sugli apprendimenti a fini di riflessione sul come migliorare la performance della scuola, ma anche sul come contrastare un fenomeno, quello del cheating, intrinsecamente diseducativo.
Anche l’Invalsi ha avviato una riflessione su prevenire e contrastare il cheating ed ha così rivistole modalità operative di conduzione della prova e quelle di stima del cheating comunque residualmente presente. Tra l’altro è stato previsto che in ciascuna classe i singoli alunni possano trovarsi sino a cinque modelli diversi di prova, ciascuno contraddistinto da un diverso ordinamento di domande e risposte, ed inoltre devono essere raccolte anche informazioni ulteriori sulle modalità di effettiva conduzione delle prove.
Queste innovazioni, già apportate per le prove tenutesi a maggio 2013, saranno replicate e ampliate negli anni a venire, nella prospettiva di unificare anche le prove di V primaria e I secondaria di primo grado e introdurre il computer come modalità di conduzione delle prove.
Pertanto, i risultati che le scuole ricevono quest’anno tengono conto anche del cheating molto elevato, ed è rimessa alla decisione della singola scuola la scelta di evidenziare, anche all’esterno, l’implausibilità di quell’apparentemente elevato cheating.
A tale proposito, non è escluso che in futuro l’Invalsi non decida di estendere a tutte le scuole il progetto della provincia autonoma di Trento circa la possibilità di mettere a disposizione delle scuole che intendano sottoporvisi dopo la restituzione dei dati una rilevazione aggiuntiva degli apprendimenti, caratterizzata tanto da un maggiore livello di complessità e da un più rigoroso e controllato protocollo di effettuazione della prova. In tal modo, sarà possibile comprendere se risultati molto positivi siano da attribuire a studenti veramente capaci o, invece, a un inadeguato rispetto del protocollo di svolgimento delle prove Invalsi.