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“Io voto”, contro nucleare e privatizzazione dell’acqua

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L’inserto centrale del numero di maggio 2011 della rivista Altreconomia, che spiega “le ragioni per dire sì”ai quesiti referendari del 12 e 13 giugno, è staccabile.
Oggi, che ci piaccia o no, i referendum sono l’arma più potente che ci è rimasta per ribadire la volontà di partecipare alle decisioni del governo, e con essa ribadire le nostre convinzioni. Ovvero dire con forza – scrive il direttore della rivista Pietro Raitano – che i diritti non si vendono, che il futuro non può essere messo a rischio dalla voracità di alcuni, e che la legge è uguale per tutti”.

Raitano aggiunge: “Raggiungere il quorum sarà un’impresa faticosa. Faticosa ma non impossibile. Utile per ribadire una volta di più che la democrazia si basa sulla partecipazione dei cittadini alla vita politica, contro chi ci vorrebbe chiusi in casa, spettatori passivi di quel che accade a questo Paese”.
Le ipotesi di annullamento dei referendum sul nucleare e sull’acqua – conclude il direttore di Altreconomia – sono solo inganni volti a impedire il raggiungimento del quorum e a farsi beffe della volontà popolare“.
All’interno del dossier, in relazione ai due quesiti contro la privatizzazione dell’acqua, gli interventi di Luigino Bruni, docente di Economia politica all’Università di Milano Bicocca, su “Privato è contro l’ottimo sociale”, di Emilio Molinari, già presidente del Comitato italiano per un contratto mondiale sull’acqua, su “Riprendiamoci la politica”, e di Duccio Valori, già direttore centrale dell’Iri, su “Un capitale pubblico”. Infine, l’analisi dei “cinque miti da sfatare” sulle privatizzazioni e le “otto buone ragioni” per scongiurare, con un sì, qualsiasi ritorno al nucleare.

Luca Martinelli, redattore di Ae e autore del libro “L’acqua (non) è una merce” è stato invece in Calabria e pubblica un’inchiesta su “Sorical”, la società partecipata dai francesi di Veolia che gestisce l’adduzione dell’acqua nella Regione Calabria. L’articolo “Ai francesi piace stare in Calabria” racconta una privatizzazione già avvenuta, e “come la multinazionale chiuda i rubinetti ai Comuni che non possono pagare tutta l’acqua erogata”.