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Iscrizioni: in calo tecnici e professionali, avanti il liceo. Ma le imprese non vogliono il latino

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Le iscrizioni alle scuole superiori per l’anno scolastico 2017/2018 si sono chiuse e anche quest’anno il liceo ha fatto la parte del leone.

Questo trend, tuttavia, non piace a Paolo Galassi, presidente dell’Associazione delle piccole e medie imprese (PMI), che, come riporta Il Fatto Quotidiano, si dice preoccupato per le scelte degli studenti: “l’orientamento scolastico è totalmente fallito. Come abbiamo creato un mucchio di avvocati che ora non sanno cosa fare, ora rischiamo di avere in futuro tante persone che sanno il latino e l’inglese ma non sanno fare un prodotto”.

A preoccupare Galassi, quindi, sarebbe proprio il dominio dei licei: lo scientifico fra indirizzo “tradizionale”, opzione scienze applicate e sezione sportiva resta in testa alle preferenze con il 25,1%  (erano il 24,5% lo scorso anno), mentre il liceo classico rialza la china da 6,1% a dello scorso anno a 6,6% di quest’anno.
Invece, il 15,1% di oggi agli istituti professionali rispetto al 16,5% dello scorso anno sembra preoccupare il presidente PMI, come la lieve diminuzione degli istituti tecnici.

 “Da un’indagine che abbiamo fatto – spiega Galassi – abbiamo compreso che i ragazzi dicono che non c’è alcuna garanzia di posti di lavorocon il tecnico perciò scelgono i licei per avere una cultura più generaleper poi girare il mondo”.

“I giovani, prosegue Galassi, hanno un’illusione sulla continuità del benessere che si sono trovati. Eppure in Italia abbiamo bisogno di figure specialistiche che vengono dai nostri professionali e tecnici. Oggi utilizziamo i giovani che arrivano dall’Est perché non troviamo risorse all’interno del nostro Paese”.

Galassi crede, come molti altri, che il problema sia l’orientamento alla scuola media, che speso veicola messaggi forse un po’datati e privi di fondamenta, come sostiene anche Francesco Dell’Oro, esperto in orientamento scolastico: “Il messaggio che passa nelle scuole non aiuta i ragazzi a prendere in considerazione strade diverse. Fin quando nei nostri istituti c’è quest’aria mefitica per cui gli insegnanti continuano a dire che quelli bravi devono andare al liceo, i meno bravi ai tecnici, gli sgarrupati ai professionali e la Croce Rossa alla formazione professionale, stiamo banalizzando una serie di percorsi che possono essere di qualità. C’è un peccato originale che nasce nelle scuole”, individuando nella formazione dei docenti la chiave per migliorare l’orientamento scolastico”.

Ancora Il Fatto Quotidiano, fa notare che esistono anche posizioni meno apocalittiche, come quella Di Andrea Gavosto, il presidente della Fondazione “Giovanni Agnelli” che preferisce vedere la questione da un’altra prospettiva: “le variazioni sono minime. C’è un aumento al classico che interrompe un trend in discesa e un calo fortissimo dei professionali. Potrebbe essere un problema legato al calo dei flussi migratori visto che quegli istituti sono scelti da molti ragazzi con cittadinanza non italiana. L’altra spiegazione che ci possiamo dare è che poiché è una scuola frequentata per la maggioranza da migranti sia scelta meno dai nativi. L’orientamento funziona male ma non è peggiorato da un anno all’altro”.

Gavosto, a tal proposito, prova a vedere il bicchiere mezzo pieno, facendo notare che le famiglie provano ad indirizzare i figli verso il liceo in prospettiva dell’Università, il che sarebbe un’ottima cosa “perchè le imprese devono pensare che oggi serve il perito o il diplomato al professionale ma domani se vuoi competere servono laureati”.


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