
È polemica ad Agrigento dopo una circolare diffusa in concomitanza con lo sciopero generale per la Palestina. Nel messaggio, pubblicato sull’app dell’istituto, si stabiliva che gli studenti assenti sarebbero potuti rientrare a scuola soltanto se accompagnati da un genitore.
La Cgil ha duramente criticato la decisione, definendola una scelta grave e lesiva del diritto costituzionale di sciopero e della libera partecipazione alla vita democratica. Secondo quanto riportato dalla Sicilia, il sindacato ha affermato che gli studenti, come cittadini e parte della comunità scolastica, hanno piena legittimità a manifestare il proprio dissenso e a sostenere iniziative che promuovono pace, diritti umani e giustizia internazionale.
La nota sottolinea che la scuola dovrebbe tornare a essere luogo di confronto e crescita critica, non di imposizioni arbitrarie. “Sanzionare gli studenti per aver scioperato è un atto anti-educativo“, scrive la Cgil, che avverte: la misura rischia di creare un clima di intimidazione e scoraggiare future forme di impegno civile da parte dei giovani.
Per l’organizzazione sindacale, si è persa un’occasione di trasformare la protesta in un momento di dibattito costruttivo, preferendo la via della repressione. “Punire collettivamente gli studenti – conclude la Cgil – significa tradire la missione educativa della scuola, che deve formare cittadini consapevoli e non limitarsi a imporre regole punitive”.
Studenti e genitori si ribellano
Secondo quanto riportato da Fanpage, molti familiari dei ragazzi, coinvolti in prima persona nelle mobilitazioni per la pace e per la libertà dei popoli, hanno espresso il proprio dissenso, rifiutandosi di accompagnare i figli a scuola come richiesto nella circolare diffusa dall’istituto.
In una lettera aperta, diversi genitori hanno manifestato “sdegno per il tono, il contenuto e l’immediatezza dell’invio” del messaggio, sottolineando di condividere la scelta di protesta dei propri figli. “Non si è trattato di un’assenza ingiustificata di massa – si legge – ma di un atto di consapevolezza etica e civile che merita rispetto”.
Anche dal mondo politico arrivano richieste di chiarimento e la vicenda potrebbe approdare in Parlamento con un’interrogazione al Ministero dell’Istruzione. La dirigenza dell’istituto, interpellata dai giornalisti, non ha finora rilasciato dichiarazioni in merito alla circolare e alle polemiche seguite alla sua pubblicazione.




