
Sullo Ius Scholae si prospetta un’estate rovente: a non pensarla allo stesso modo, però, non sono le forze di Governo e l’opposizione, ma le tensioni sono più che presenti all’interno della stessa maggioranza. Dopo averne parlato durante il Consiglio nazionale del partito, il ministro degli Esteri e leader di Forza Italia Antonio Tajani ha ribadito il concetto venerdì 25 luglio chiedendo provocatoriamente: “Preferite i maranza, o chi va a scuola per 10 anni e poi diventa cittadino italiano?”. Il forzista ha quindi aggiunto: “La nostra non è una proposta lassista, è invece è più severa sulla cittadinanza italiana. I maranza a scuola non ci vanno e poi vanno a delinquere e diventano cittadini italiani”.
Senza citare il ministro degli esteri forzista, Rossano Sasso, deputato della Lega e capogruppo in Commissione Cultura, Scienza e Istruzione, ha tenuto a dire che “chi parla di Ius Scholae non conosce la realtà delle nostre scuole: pensare di poter regalare la cittadinanza per il solo fatto di frequentare la scuola significa davvero ignorare quello che accade nelle classi italiane, dove purtroppo, e lo sottolineo, spesso dopo 3, 4 e anche 5 anni di scuola i minori stranieri a malapena riescono a parlare in italiano”.
L’on. Sasso ha aggiunto che “chi parla di Ius Scholae chieda alle nostre insegnanti di Prato, o delle periferie di Milano o di qualsiasi città italiana, quanta difficoltà incontrano ogni giorno per cercare di istruire ragazzi stranieri che arrivano nel nostro Paese con gravi lacune e problemi di apprendimento”.
Secondo Fratelli d’Italia, quindi, il problema dell’integrazione si risolve mettendo a disposizione degli alunni non italiani degli insegnanti che li aiutino ad imparare la nostro lingua: “La Lega – sottolinea Sasso -, grazie al Ministro Valditara, ha aumentato le risorse per assumere docenti per il potenziamento della lingua italiana proprio per i minori stranieri, al fine di aumentare le possibilità di integrazione”.
Sasso si rivolge, quindi, ai partiti d’opposizione: “Azioni concrete, reali e non la solita boutade estiva che risulterà magari gradita al PD e al M5S, ma è davvero irricevibile e incomprensibile per l’elettorato di centrodestra”.
Però subito dopo il riferimento al ministro Tajani appare evidente: “I minori stranieri godono degli stessi diritti dei minori italiani, non c’è alcun bisogno di accelerare sulla concessione della cittadinanza, a meno che qualcuno non voglia regalarla proprio a quei ‘maranza’ di cui, per la cronaca, sono pieni i nostri istituti e che a 15-16 anni hanno già frequentato le nostre scuole per anni”, conclude il leghista ex sottosegretario all’Istruzione.
Lo scontro tra le forze di maggioranza politica diventa quindi pubblico. Solo pochi giorni fa sullo Ius Scholae sempre il ministro Tajani aveva detto che la partita è ancora aperta: “Io non cambio idea, il capitolo non è chiuso, lo decido io se è chiuso o no, non lo decidono altri”.




