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L’ex ministro Berlinguer: basta con la scuola che guarda al passato

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Nel mondo cresce l’attenzione per l’istruzione, tanto che anche il nuovo Presidente degli Stati Uniti la colloca tra le priorità assolute della sua politica. Ma mentre nei Paesi all’avanguardia l’assetto scolastico è in procinto di essere rivoluzionato in Italia che si fa? Si riducono i finanziamenti e si guarda con attenzione ad un modello di scuola passata e non più riproponibile. Non si può certo definire soft la linea intrapresa da Luigi Berlinguer in occasione della sua campagna elettorale per essere eletto alle europee. Capolista del Partito democratico nel Nord-est, l’ex ministro dell’Istruzione – attualmente presidente del Gruppo di lavoro interministeriale per lo Sviluppo della Cultura Scientifica e Tecnologica – assume una posizione critica verso l’operato del Governo italiano: per Berlinguer l’esecutivo è colpevole di aver “sensibilmente ridotto i finanziamenti alla scuola e, conseguentemente, all`occupazione e all’offerta formativa, proprio in un momento in cui nel mondo e in Europa, l`offerta formativa si sta espandendo”.
Berlinguer ha citato l’esempio di Stati e culture molto vicine alle nostre. A partire da quella statunitense: “Obama – ha detto il candidato del Pd – ha posto al secondo posto dell`agenda degli Stati Uniti istruzione e ricerca. Lo ha fatto per motivi strategici e per combattere la crisi”. Per Berlinguer la crisi andrebbe superata quindi guardando al futuro. Mentre l’Italia sul fronte dell’istruzione sembra guardare con più interesse al passato.  
“Stiamo attraversando un momento drammatico nel mondo della scuola – ha sottolineato l’ex ministro dell’Istruzione – un momento in cui la parola d`ordine sembra essere diventata ‘restaurazione’ mentre in tutti i Paesi più evoluti del mondo è cambiamento profondo, quasi ‘rivoluzione’. Gli sprechi ci sono, e anche – ha aggiunto Berlinguer – un certo lassismo. E` giusto correggere questi difetti, si deve intervenire. Ma non sognando i bei tempi antichi in un`ottica di restaurazione”.
E nemmeno il mantenimento dello status quo sembra allettarlo. A Berlinguer non piace “neppure, come fanno altri, difendere l`esistente così com’è, perché in tal caso si diventa conservatori e si è speculari alla destra”. Poi la stoccata finale: “Quello che ci vuole oggi in campo scolastico è una vera e propria rivoluzione”.