Home Attualità L’italiano medio non è furbo e moralista

L’italiano medio non è furbo e moralista

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Sta facendo il giro di tutti i social il Caffè odierno di Gramellini sul Corriere. Direi, la notizia del giorno, che fa da pendant all’altra, cioè a quella sui furbetti della 104.

Ripropongo un passaggio di Gramellini: “È insomma un italiano completo. Furbo e moralista, intransigente sui massimi sistemi e accomodante su quelli minimi quando coincidono con i suoi comodi.” 

Sarò fuori coro, rispetto ai commenti che stanno impazzando, ma resto convinto che questo non sia l’Italiano medio.

La vita di tutti i giorni mi dice invece altro: che si tratta di minoranze, ben coperte da certe norme e da certe pratiche, nei confronti delle quali la maggioranza silenziosa, quella che fa il proprio dovere, dovrebbe finalmente ribellarsi. Non accettare più, cioè, i finti egualitarismi, con sindacati non più alla difesa, per una delega in più, degli indifendibili. Non tutti, ma qualche sigla sì.

Anche a me nelle mie scuole sono capitati episodi di questo tipo, non così gravi, ma su questa linea.

Come quello denunciato dalla preside Vidale di Padova, sul Corriere dello scorso Natale, per un docente furbetto che, guarda caso, rientrava in servizio proprio durante le vacanze. Le quali sono degli studenti, mentre noi siamo tutti in servizio. Per cui, convocato, appunto, a svolgere il proprio servizio, ha avuto il coraggio di rispondere che non è previsto dal piano annuale delle attività, deliberato (tipico conflitto di interesse) dal collegio dei docenti. E che dire dei docenti che sono a disposizione sino al 30 giugno e che pretendono, con pronte di lettere ad hoc di qualche avvocatino, di non essere disturbati, magari per costruire assieme dei PON, visto il loro valore per la scuola? No, non si può. Vacanze gratis.

Quindi, si tratta di minoranze, mentre la maggioranza fa il proprio dovere, senza risparmiarsi ed oltre il contratto di lavoro.

Noi dovremmo iniziare a difendere queste maggioranze di presidi, di docenti, di personale di segreteria, di collaboratori scolastici, di dsga! Dicendo che non possono essere ricondotte ai comportamenti scorretti di alcuni.

Mi è anche capitato di telefonare ai medici per certificati medici che, palesemente, coprivano questi furbetti, senza poter andare oltre. Rivolgersi alle forze di polizia?

Sino a che non si scioglie questo nodo, sará difficile che il mondo della scuola possa ritornare ad essere riconsiderato a livello sociale, e quindi anche a livello stipendiale.

Perché, purtroppo, sono queste le notizie che avvelenano la percezione sociale del nostro “servizio pubblico”. Purtroppo.

Proprio per questi motivi, difendo la “chiamata diretta”. Per tutti, con contratti triennali, rinnovabili. Fatta in modo serio e trasparente, con un colloquio a porte aperte, ma per tutti.

Non si fa dunque di tutta un’erba un fascio, nè in un modo nè negli altri. Perché contano le persone e la loro professionalità, non le maschere.

Quindi, non è vero, come sembra dire Gramellini, ognuno per sè.

Non è vero che ognuno che ha la propria giustificazione e la propria motivazione valida e scusante per i propri comportamenti. 

A quando un nuovo contratto, finalmente capace di introdurre l’etica della responsabilità personale?