Home Archivio storico 1998-2013 Personale L’orario di lavoro dei docenti non è fatto soltanto di lezioni

L’orario di lavoro dei docenti non è fatto soltanto di lezioni

CONDIVIDI

È necessario sfatare quel luogo comune che nell’immaginario collettivo considera facile e comodo il lavoro degli insegnanti. 
Si tratta di un luogo comune sbagliato che descrive l’insegnante italiano con lo stereotipo del docente fannullone di brunettiana memoria, che lavora per sole 18 ore di servizio settimanali, gode di tre mesi di ferie l’anno e che ha tanto tempo libero a disposizione da poterlo dedicare per se e la propria famiglia. 
Questa caricatura del docente poco lavoratore, che lavora 4 ore al giorno per 5 giorni la settimana e che fruisce di novanta giorni di ferie l’anno, è creduta da chi non conosce la realtà e la complessità organizzativa della scuola italiana. 
Probabilmente l’amplificazione di questo mito del docente privilegiato e protetto, oltre ogni limite di ragionevolezza, dalle norme contrattuali, ha fatto comodo ad una certa politica impegnata ad operare ingenti tagli sulla scuola pubblica e a ridurre i diritti contrattuali. 
Comunque la si voglia pensare, bisogna ricordare che l’orario di lavoro dei docenti non si limita soltanto alla attività d’insegnamento, come previsto dall’articolo 28 comma 5 del contratto scuola vigente, ma si completa con le attività funzionali all’insegnamento, come viene indicato dall’art. 29 commi 1, 2, 3, 4, 5 del Ccnl 2006-2009. 
Nell’art. 29 è stato inserito un carico di lavoro non sempre quantificato e spesso inopportunamente non riconosciuto, che però esiste e diventa essenziale per l’attività d’insegnamento. 
L’attività funzionale all’insegnamento si divide in due aspetti: gli adempimenti collegiali e quelli individuali. Infatti comprende tutte quelle attività a carattere collegiale, come ad esempio la programmazione, progettazione, ricerca, valutazione, documentazione, aggiornamento e formazione, compresa la preparazione dei lavori degli organi collegiali, la partecipazione alle riunioni e l’attuazione delle delibere adottate dai predetti organi; per quanto riguarda invece l’attività individuale del docente prodromica all’attività d’insegnamento si concretizza con la preparazione delle lezioni e delle esercitazioni, la preparazione e correzione degli elaborati e i rapporti individuali con le famiglie. 
Il contratto di lavoro dei docenti per le attività di carattere collegiale stabilisce un limite massimo di ore di lavoro, che sono 40 ore per partecipazione alle riunioni del Collegio dei docenti, ivi compresa l’attività di programmazione e verifica di inizio e fine anno e l’informazione alle famiglie sui risultati degli scrutini trimestrali, quadrimestrali e finali e sull’andamento delle attività educative nelle scuole materne e nelle istituzioni educative, ed altre 40 ore per la partecipazione alle attività collegiali dei consigli di classe, di interclasse, di intersezione, ma non stabilisce le ore di lavoro per l’espletamento delle attività funzionali all’insegnamento individuali per ogni docente. 
Il non avere riconosciuto un numero di ore per gli adempimenti individuali dei singoli docenti ha generato molti equivoci e anche un certo malcontento tra i vari docenti.
In cosa consiste il malcontento di alcuni docenti? Consiste nel non avere riconosciuto economicamente e eticamente il tempo dedicato alla preparazione delle prove scritte, che per alcune materie sono obbligatorie, il tempo dedicato, ogni anno scolastico, a correggere centinaia e centinaia di verifiche scritte. Un’altra critica a questa specifica parte dell’art. 29 del contratto scuola, è quella che si equiparano tutti i docenti, come se fossero impegnati tutti allo stesso modo. Non credo che l’impegno di un docente di latino e greco in un liceo classico o di un docente di matematica e fisica ad uno scientifico, possa essere equiparato, nonostante il rispetto e la dignità di ogni singola disciplina sotto il profilo educativo, agli impegni di chi insegna scienze motorie o religione. Forse con il rinnovo del contratto sarebbe opportuno che qualche distinguo sulle attività funzionali all’insegnamento venga fatto, in modo da riconoscere il merito di chi dedica più tempo alla funzione docente, che è importante ricordarlo, non si limita alle sole ore di lezione.