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L’Unione denuncia: organici all’osso, in 3 anni sottratte 12.000 cattedre

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Il Governo investirebbe poco nella scuola, anzi negli ultimi tre anni avrebbe condotto pesanti tagli al corpo insegnante sottraendo complessivamente 12.000 cattedre malgrado gli studenti fossero nel frattempo aumentati di 50.000 unità. A sostenerlo sono i gruppi politici dell’Unione, appartenenti alle Commissioni Istruzione di Senato e Camera, sulla base dei dati fornitigli dai Sindacati Confederali della scuola. I due raggruppamenti, politico e sindacale, si sono incontrati il 21 giugno a Roma, presso il salone del gruppo della Margherita al Senato, ed al termine dell’incontro hanno organizzato una conferenza sui "tagli agli organici applicati dal ministro Moratti".
Secondo l’Unione, che ha analizzato alcune note tecniche del Ministero dell’Economia e Finanze per il rinnovo del secondo biennio economico del comparto scuola, i soldi risparmiati con i tagli delle cattedre "non sarebbero nemmeno state utilizzate interamente per sostenere i processi di valorizzazione del personale docente". Dai dati, resi noti ai mass-media, emergerebbe che negli ultimi anni per la scuola sarebbero stati realizzati investimenti irrisori e molto di sotto di ciò che era stato preventivato: "La legge n. 53 del 2003 – ha detto Maria Chiara Acciarini dei Ds – prevedeva investimenti pari a 8.320 milioni di euro nell’arco di un quinquennio a partire dal 2004: ma allo stato attuale siamo ad un investimento, stanziato per gli anni 2004-2006, inferiore a 500 milioni di euro. In termini percentuali si tratta del 6% delle risorse previste, meno del tasso di inflazione: altro che investimento per una scuola di qualità". Secondo la Senatrice Acciarini ciò che serve sin da subito è allora "una linea programmatica fatta di investimenti maggiori e reali: solo così si potrà attuare un’inversione di tendenza che pone oggi la scuola italiana ad un livello sempre più basso e povero di risorse".
E il futuro immediato non si prospetterebbe meglio: "Per l’anno scolastico 2005-2006 sono previsti – denuncia l’Unione – oltre 20.000 cessazioni dal servizio per il personale docente e circa 7.500 per il personale Ata: ma in assenza di immissioni in ruolo il divario tra personale di ruolo e precario aumenterà inevitabilmente". Sul personale precario è intervenuta anche Albertina Soliani, della Margherita: la parlamentare ha commentato le cautele poste del Ministro dell’Economia, Domenico Siniscalco, al piano di immissioni in ruolo del personale della scuola proposto dal Ministro del Miur, Letizia Moratti: "a proposito di questa vicenda – ha detto Soliani – non posso che dirmi sconcertata. In questi anni la scuola ha perso risorse malgrado gli studenti fossero aumentati: c’è un bisogno estremo di personale stabile, da inquadrare attraverso l’attuazione di piano di assunzioni regolare che ogni anno preveda l’assunzione nei ruoli della scuola del 70% del personale precario". Sulla base dei dati presentati risulta infatti in corso una crescita esponenziale del numero di precari che copre ormai il 20% dei posti, arrivando al 40% per il sostegno ai disabili.

Secondo Flc-Cgil, Cisl e Uil uno degli ultimi "ritocchi" al ribasso da parte del Governo sarebbe stato proprio quello degli organici, che di recente hanno rappresentato situazioni di sofferenza registrate in molti territori a causa dell’esiguità delle dotazioni di organico ed attribuite al termine di un ciclo continuo di tagli dovuti alle ultime leggi finanziarie. "I tagli realizzati attraverso l’imposizione di invalicabili tetti regionali – hanno spiegato le organizzazioni sindacali – hanno determinato un inaccettabile abbassamento dell’offerta formativa e della qualità del servizio: in alcune realtà vengono negati i diritti degli studenti in relazione alle richieste delle famiglie dei modelli didattici del tempo pieno e prolungato; non si rispetta il numero degli alunni per classe, non si garantisce il supporto all’inserimento di bambini e studenti diversamente abili, né quelli stranieri, impedendo qualsiasi forma di flessibilità nell’offerta formativa delle scuole dell’autonomia. Tutto ciò necessita in prospettiva, di una profonda inversione di tendenza per il superamento di una fase, che in molte realtà, è all’insegna dell’emergenza sociale. E, nell’immediato, di garantire il personale necessario per il prossimo anno scolastico".