Home I lettori ci scrivono La buona scuola è un errore! “Ci vuole una scuola buona!”

La buona scuola è un errore! “Ci vuole una scuola buona!”

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Di recente ho partecipato ad alcuni convegni, sono ostinata, dopo anni di costante formazione, persevero! Devo dire che sono più selettiva di un tempo, ora vado dove ci sono relatori che stimo e che penso possano trasmettermi nuova linfa, di cui, ora più che mai, sento la necessità per andare avantii. Ho voluto prenderne parte perché nella seconda sessione c’erano i forum, qualcuno arditamente li ha addirittura chiamati tavoli di responsabilità.

Tanti gli spunti ma l’intervento del professor Zegrebelsky ha lasciato dentro di me un segno, come un insegnante, giustamente, deve fare! Gli sono profondamente grata per non aver perso l’occasione di fare considerazioni necessarie e non giuste secondo il galateo del bravo relatore o indicate per il contesto, ecc…

Sono comunque grata al professor Rossi Doria per il suo operato e per il suo libro, “Di mestiere faccio il maestro”, pieno di passione, che continua a produrre riverberi positivi nonostante tutto….

Io penso che oggi più che mai questa passione sia necessaria, perché chi si occupa di scuola oggi, secondo me, ha il dovere di risvegliare coscienze sopite.

Ho sentito dire che dobbiamo riappropriarci della nostra professionalità, che dobbiamo contagiare con il nostro operato, che ci sono modelli nei quali non possiamo riconoscerci, che dobbiamo recuperare il senso di scuola, metterci in relazione…. “pensate che sia possibile senza passione?” 

La buona scuola del governo o di quei convegni che oggi dovrebbero istruirci sulla necessità di un cambiamento capace di migliorare i risultati scolastici, di ridurre la dispersione, di orientarci alla cooperazione, alla condivisione…ancora mi domando “pensate sia possibile senza passione?”

Il professor Zegrebelsky ci ha parlato di Olivetti, della sua attenzione alla cultura, di quanto sia possibile, già solo con il proprio operato, generare cittadini responsabili… mi vengono in mente gli imprenditori di oggi che, con la loro tanto pubblicizzata disponibilità, in un secondo momento probabilmente vorranno sedersi ai tavoli delle trattative per dettare qualche regola per tutti, in nome della loro grande generosità!

Per lo stesso motivo mi chiedo perché chiunque può scrivere di scuola, storpiando parole, prendendo in prestito concetti già espressi nei programmi: l’ambiente per l’apprendimento, la convivenza democratica, la valutazione, la creatività… c’è una definizione di Silvano Federici che consiglio vivamente! Ho sentito dire che qualcuno è ancora affezionato ai programmi, è come dire: “io sono ancora affezionato all’idea di uguaglianza, al concetto démodé del rispetto del prossimo, all’ormai arcaico principio dei diritti del cittadino…” Ci sono princìpi che in una società civile dovrebbero essere ormai consolidati e non rimessi in discussione in maniera strumentale, come sta accadendo ora.

Per questo motivo, secondo me, dire la buona scuola è un errore, bisognerebbe posporre l’aggettivo e rimettere al centro una scuola buona nel suo significato più profondo e cioè capace di fare bel bene! Solo allora saremo capaci di formare cittadini!

Mi viene in mente un altro incontro a cui ho partecipato di recente, ho dato la mia disponibilità per intervenire in una serata organizzata per celebrare Sergio Endrigo, per quella occasione ho scritto alcune riflessioni, parafrasando la nota canzoncina con il testo di Gianni Rodari “Ci vuole un fiore”, pensando a quei cittadini buoni che nella loro vita si sono preoccupati di contagiare al bene…

Ci vuole una scuola buona (Gaia Colosimo)

Quando tutti potranno parlare e scegliere il verbo da coniugare,

sono certa che quasi tutti…sceglierebbero il verbo, amare!

Per fare la scuola ci vogliono i maestri,

per fare i maestri ci vogliono gli allievi,

per fare gli allievi ci vogliono i libri,

per fare i libri ci vogliono le intenzioni buone,

per fare le intenzioni buone ci vogliono i cittadini buoni,

per fare i cittadini buoni ci vogliono le scuole,

per fare le suole ci vogliono i maestri!

Per fare i maestri ci vogliono le parole,

parole giuste e non sbagliate,

per raccontare e confortare,

per spiegare e incoraggiare, per sostenere, per aiutare,

per far di tutto ma non punire,

perché a scuola si va a imparare,

si va a imparare anche ad amare!

si va a imparare anche ad amare!