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Giorno libero e ferie estive docenti, per i sindacati non si toccano. Rusconi: il curricolo flessibile con 1.600 euro al mese è inattuabile. AUDIO

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Mario Rusconi, presidente Anp Roma, durante il convegno “Scuola, Università, ricerca pubblica e privata… una cura urgente per l’Europa”.

“Le scuole per funzionare meglio dovrebbero avere dei professionisti che stanno 30, 35, 40 ore a scuola a settimana a scuola: per fare questo ci vogliono i servizi sociali, ma ci vogliono stipendi adeguati. Non si può pretendere che un laureato in matematica, magari laureato a Catanzaro, che vada a Varese a 1.600 euro al mese: non ci paga neppure l’affitto della casa, lo sappiamo tutti. Quando recentemente il ministro Giuseppe Valditara ha provato a parlare di “Piano casa” è stato aggredito, perché i sindacati hanno detto che si trattava delle famose gabbie salariali Benissimo: in nome dell’ideologia, fra cinque anni non avremo più un insegnante di matematica, fisica e chimica del Centro-Nord dell’Italia”: a dirlo è stato Mario Rusconi, presidente Anp Roma, durante il convegno ‘Scuola, Università, ricerca pubblica e privata… una cura urgente per l’Europa’, svolto l’11 giugno nella capitale.

Secondo Rusconi sarebbe importante introdurre “il curricolo flessibile”, perché rimaniamo “l’unico Paese, insieme alla Grecia, ad essere sempre in fondo alle graduatorie dell’OCSE: questo perché tutti gli studenti fanno le stesse cose, con lo stesso numero di ore, per cui in seconda media io ragazzino che non sapeva nulla di musica e pianoforte suonavo il Ciufoletto, come si dice a Roma, ed è una insensatezza. Due ministri hanno provato a fare i conti ed introdurre il curricolo flessibile: uno di destra e di sinistra, Moratti e Berlinguer, che però sono stati ‘impallinati’ dai sindacati. Perché? Perché la loro proposta sconvolgeva l’ordine costituito”.

Secondo Rusconi, “noi spesso andiamo a pensare a una serie di strutture che sono i partiti che sono il Parlamento X, il Governo y eccetera, ma dobbiamo tener conto invece di quelle che sono delle strutture molto forti nella scuola italiana: l’l’80% è in mano a donne e andare a chiedere a donne che hanno problematiche molto forti, hanno una certa età, genitori anziani, spesso malati, e se sono più giovani hanno figli da accudire, in qualche caso persone disabili e così via, senza avere dei punti di riferimento sociali, vuol dire non poter chiedere a quella persona, se non con sacrifici altissimi, di trasformarsi in un professionista”.

Considerando che gli stipendi che percepiscono sono decisamente bassi, “evidentemente poi non ci dobbiamo lamentare se avremo tecnici del Bangladesh o della Cina: proprio la Cina sforna 700.000 ingegneri l’anno, noi abbiamo difficoltà e quelli bravi vanno all’estero, perché non si può pagare un ingegnere 1.800 euro al mese, magari pretendendo che come al solito da Catanzaro vada a lavorare a Bolzano”.

Il presidente Anp Roma ritiene importante, quindi, avere il curricolo flessibile: ma per ottenerlo, sostiene, “bisogna avere la forza di scardinare” l’ostilità “dei sindacati. Dobbiamo avere il coraggio di dirlo, perché il sindacato, non c’entra che sia di destra o di sinistra, ha una dimensione corporativa e resistente. L’importante per gli insegnanti è che abbiano garantito il giorno libero e le ferie estive: la Moratti aveva provato a cambiare le cose e quando ci provò Berlinguer, in un modo astratto e molto tenue, ci fu lo sciopero più grande del dopoguerra dei sindacati con 250.000 persone che aderirono. Eppure, mi sembra che Berlinguer non fosse un ministro di destra, un grande reazionario: ce lo ricordiamo tutti con molto affetto”.

Durante il suo intervento, Rusconi ha anche rivendicato “la scuola aperta anche dal punto di vista economicistico: l’edificio scolastico costa a tutti noi tantissimo – come manutenzione, elettricità e così via – ma viene utilizzato al 25% della propria capacità, invece dovrebbe essere aperto mattina, pomeriggio, sera, d’estate e d’inverno”.