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La maestra di OnlyFans licenziata ora fa l’imprenditrice e guadagna 30mila euro in 30 giorni: ha chiesto alla scuola una buonuscita da 70mila euro

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Non è certo rimasta disoccupata la 29enne maestra licenziata dall’asilo parrocchiale di Maserada, vicino Treviso, per aver aperto un profilo su OnlyFans: la donna – che secondo “Le Iene” guadagnerebbe fino a 29mila euro al mese lavorando quattro ore al giorno – ha aperto una sua società, una srl semplificata, dal nome Elemara.

Secondo quanto riporta Il Gazzettino, nella società verranno convogliate le entrate del profilo hot che oggi conta 1.800 abbonati paganti, oltre a molti altri follower sugli altri profili social, e sarà il veicolo formale per collaborare con agenzie che fossero interessate alla sexy maestra culturista.

La donna, intanto, secondo quanto ha riferito lei stessa, nel primo mese di lavoro a tempo pieno per OnlyFan avrebbe incassato la considerevole cifra di 30 mila euro.

Nel frattempo, scrive Adnkronos, continua la sua battaglia legale con la scuola parrocchiale che ha ribadito, con una seconda raccomandata, il licenziamento per giusta causa, minacciando anche di portarla in tribunale anche per le dichiarazioni che la maestra ha rilasciato sulla vicenda.

L’ex docente, dal canto suo, impugnando il licenziamento si dice pronta a portare in tribunale la scuola in una causa di lavoro, nel caso non trovasse un accordo stragiudiziale sulla buonuscita da 70 mila euro che pare abbia chiesto alla struttura. Inoltre, la maestra sta aprendo altri fronti legali: nel mirino il padre del suo alunno abbonato al suo profilo OnlyFans che per primo scaricò e fece girare tra gli amici la sua foto sexy che era coperta da copyright, e gli autori degli insulti che avrebbe ricevuto sui suoi vari profili social subito dopo che il caso è diventato mediatico esplodendo letteralmente sui Social e non solo.

Ricordiamo che dopo la vicenda, la Fism, la Federazione italiana delle scuole materne, ha introdotto un vero e proprio codice etico per gli insegnanti: tre pagine che regolano l’uso dei social, dei contenuti pubblici e privati, con particolare attenzione alla coerenza tra comportamento personale e ruolo educativo. La linea è chiara: chi lavora con i bambini dovrà rispettare standard etici anche fuori dall’orario scolastico.