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La metà dei docenti italiani ha oltre 50 anni, il 96% è soddisfatto del lavoro ma solo il 23% dello stipendio. Dati Ocse

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Oggi, 15 ottobre, dalle ore 10.30 alle ore 12.30 ha avuto luogo la presentazione dei risultati italiani dell’indagine internazionale OCSE TALIS (Teaching And Learning International Survey) 2024.

LEGGI IL REPORT

Cosa è TALIS

Il progetto TALIS (Teachers and Learning International Survey) è un’indagine periodica, ripetuta ogni cinque anni, che ha come principale obiettivo quello di esaminare rilevanti aspetti dell’attività professionale degli insegnanti: i loro orientamenti pedagogici, le loro pratiche didattiche, la loro interazione all’interno della scuola con i colleghi e la dirigenza scolastica. Scopo principale dell’indagine è di elaborare un quadro comparativo di indicatori internazionali, utili a sostenere i Paesi nello sviluppo delle loro politiche sull’insegnamento, sull’apprendimento e sui docenti.

Chi partecipa allo studio

La popolazione target internazionale di TALIS è rappresentata dagli insegnanti e dai dirigenti scolastici delle scuole secondarie di primo grado pubbliche e private. Per ogni paese partecipante, viene estratto, dagli elenchi nazionali delle scuole ammissibili, un campione rappresentativo di 200 scuole per paese; in ogni scuola si seleziona successivamente un campione casuale di circa 20 insegnanti, per un totale di circa 4 000 insegnanti per Paese.

Viene coinvolto, inoltre, il dirigente scolastico di ciascuna scuola del campione. Agli insegnanti e ai dirigenti scolastici selezionati viene chiesto di rispondere, in modo anonimo e confidenziale, a un questionario per insegnanti o per dirigenti. I questionari sono somministrati on line e il loro completamento richiede tra i 45 e i 60 minuti.

I risultati italiani

Caratteristiche del corpo docente

Il corpo docente italiano mostra un profilo anagrafico maturo: l’età media degli insegnanti è di 48 anni, superiore alla media OCSE (45 anni). Inoltre, il 49% dei docenti ha 50 anni o più (rispetto al 37% della media OCSE), e solo il 3% ha meno di 30 anni, una percentuale inferiore rispetto alla media OCSE (10%).

Per quanto riguarda il genere, il 77% degli insegnanti sono donne, percentuale maggiore rispetto alla media OCSE (70%). Un dato interessante sull’esperienza è che il 67% dei docenti ha avuto esperienze lavorative esterne al campo dell’istruzione (contro il 57% della media OCSE), e il 15% è considerato insegnante di “seconda carriera” (con almeno dieci anni di esperienza non educativa), un dato anch’esso superiore alla media OCSE (8%).

Tanti alunni con disabilità BES e stranieri

Gli insegnanti italiani operano frequentemente in contesti di diversità: il 38% lavora in scuole dove l’italiano non è la prima lingua per oltre il 10% degli studenti, una percentuale maggiore rispetto alla media OCSE (25%). Nonostante ciò, l’84% dei docenti si ritiene “abbastanza” o “molto” in grado di adattare l’insegnamento alla diversità culturale degli studenti, un valore significativamente superiore alla media OCSE (63%).

Anche la gestione degli studenti con bisogni educativi speciali (BES) è frequente, con il 67% degli insegnanti che insegna in scuole con più del 10% di studenti BES (rispetto al 46% della media OCSE). L’89% dei docenti si sente “abbastanza” o “molto” in grado di progettare compiti di apprendimento adatti a studenti con BES, e il 95% è in grado di lavorare con altri professionisti per supportare tali studenti, entrambi i dati sono notevolmente superiori alla media OCSE.

Sviluppo di abilità socio-emotive (SEL)

Le abilità socio-emotive sono considerate vitali, e i docenti italiani mostrano elevata fiducia nelle proprie capacità di supportarle. Il 90% dei docenti ritiene di poter supportare “abbastanza” o “molto” l’apprendimento socio-emotivo degli studenti (maggiore della media OCSE: 73%). L’84% degli insegnanti riferisce di sviluppare “frequentemente” o “sempre” le capacità degli studenti di comprendere le proprie emozioni, pensieri o comportamenti (superiore alla media OCSE: 68%).

Quanto viene usata l’IA dai docenti?

In Italia, l’uso di modalità di apprendimento online o ibride nell’ultimo mese è limitato al 5% degli insegnanti, un dato inferiore alla media OCSE (16%). Riguardo all’Intelligenza Artificiale, il 25% degli insegnanti ha riportato di averla usata nel proprio lavoro, una percentuale inferiore alla media OCSE (36%). Quando l’IA viene utilizzata, tende ad essere impiegata per imparare e riassumere argomenti (70%), produrre lezioni o attività (68%) e aiutare studenti con BES (61%). Tra coloro che non utilizzano l’IA, il 69% dichiara di non possedere le conoscenze e le abilità necessarie per insegnare con l’IA (un dato comunque inferiore alla media OCSE del 75%).

Formazione iniziale docenti, cosa non va?

La qualità della formazione iniziale è percepita in modo simile alla media OCSE: il 70% dei docenti di recente formazione si dichiara “d’accordo” o “molto d’accordo” sul fatto che la loro preparazione fosse complessivamente elevata. Tuttavia, mentre il 91% si sentiva ben preparato sul contenuto della disciplina, le percentuali scendono per la pedagogia generale (51%), la didattica in contesti plurilingue (40%) e l’uso di strumenti digitali (52%).

Nonostante un aumento nella partecipazione ad attività di inserimento (dal 2018 al 2024 l’aumento è stato di 42 punti percentuali), solo il 62% dei docenti di recente ingresso ha partecipato a tali attività (inferiore alla media OCSE: 72%). La presenza di un mentore assegnato agli insegnanti alle prime armi è bassa (16%), inferiore alla media OCSE (26%), sebbene la percentuale sia aumentata di 11 punti percentuali dal 2018. La maggior parte dei docenti (83%) ritiene che l’apprendimento professionale continuo a cui ha partecipato nell’ultimo anno abbia avuto un impatto positivo sul proprio insegnamento, una quota superiore alla media OCSE (55%). I principali ostacoli alla partecipazione alla formazione includono la mancanza di incentivi (63%) e la mancanza di tempo a causa di altri impegni (61%).

Autonomia didattica

Gli insegnanti in Italia riferiscono una maggiore autonomia didattica rispetto alla media OCSE. I docenti sono generalmente più coinvolti nel processo decisionale a livello scolastico per quanto riguarda il curricolo e l’insegnamento. Tuttavia, riguardo alla valutazione professionale, il 39% degli insegnanti con autonomia sull’attuazione del curricolo lavora in scuole dove viene valutato meno di una volta all’anno, o per niente.

Relazioni con colleghi e genitori: i dati

Le relazioni professionali sono un punto di forza: il 98% degli insegnanti è “d’accordo” o “fortemente d’accordo” sul fatto che studenti e insegnanti vadano d’accordo, un dato superiore alla media OCSE (96%). Inoltre, l’86% concorda sul fatto che gli insegnanti siano apprezzati dagli studenti (superiore alla media OCSE: 71%). Anche con i genitori, l’81% si sente apprezzato (superiore alla media OCSE: 65%).

Tuttavia, solo il 22% degli insegnanti collabora con genitori e tutori per arricchire le attività di apprendimento almeno una volta al mese, un dato inferiore alla media OCSE (25%). Le forme più comuni di collaborazione tra colleghi includono la partecipazione a discussioni sullo sviluppo di studenti specifici (68%) e l’insegnamento congiunto (62%).

I docenti sono apprezzati dalla società?

Lo status sociale della professione rimane una sfida: solo il 14% degli insegnanti concorda sul fatto che gli insegnanti siano apprezzati nella società (inferiore alla media OCSE: 22%). Ancora meno (6%) ritiene che le opinioni dei docenti siano apprezzate dai decisori politici (inferiore alla media OCSE: 16%). Nonostante la maggioranza (79%) abbia un contratto a tempo indeterminato (simile alla media OCSE: 81%), solo il 23% degli insegnanti si dichiara soddisfatto del proprio stipendio (nettamente inferiore alla media OCSE: 39%). Al contrario, il 67% si dichiara soddisfatto delle proprie condizioni di impiego (esclusi gli stipendi), dato simile alla media OCSE.

Quant’è il carico di lavoro?

Gli insegnanti italiani a tempo pieno dichiarano un orario di lavoro settimanale complessivo di 32,7 ore, inferiore alla media OCSE (41 ore). Le ore dedicate all’insegnamento sono 18,8 alla settimana (inferiore alla media OCSE: 22,7). Le fonti di stress più comuni includono l’eccessivo carico di lavoro amministrativo (56%), l’eccessivo carico di compiti da correggere (48%) e l’affrontare le preoccupazioni dei genitori o tutori (48%). Nonostante questi fattori di stress, solo il 10% dei docenti riferisce di sperimentare “molto” stress nel proprio lavoro, un dato inferiore alla media OCSE (19%).

I docenti italiani sono soddisfatti?

In termini di risultati professionali, il 74% degli insegnanti italiani dichiara di raggiungere “abbastanza” o “molto” gli obiettivi delle proprie lezioni in tutte e sette le aree esaminate da TALIS (come chiarezza dell’insegnamento, feedback, gestione della classe), una percentuale significativamente superiore alla media OCSE (44%). La soddisfazione generale per il proprio lavoro è estremamente elevata: il 96% degli insegnanti dichiara di essere, tutto sommato, soddisfatto del proprio lavoro (superiore alla media OCSE: 89%). Infine, solo il 6% degli insegnanti più giovani (sotto i 30 anni) esprime l’intenzione di lasciare l’insegnamento entro i prossimi cinque anni, un dato molto inferiore alla media OCSE (20%).