Home Archivio storico 1998-2013 Attività parlamentare La ministra Carrozza e il mistero della cattedra online

La ministra Carrozza e il mistero della cattedra online

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“Presentai domanda perché vidi il bando in Gazzetta Ufficiale”, aveva spiegato in un’intervista, precisando che “mi interessava l’idoneità a professore ordinario: alla Marconi non sarei andata”. Nel 2006, infatti, la Carrozza era docente associato a Pisa, poi ha vinto il concorso da ordinario all’ateneo online Marconi ma non è stata assunta. Infine, pochi mesi dopo è tornata in Toscana da rettore.
Secondo Libero aveva preferito proprio quell’ateneo, famoso per reclutare docenti nelle proprie facoltà, salvo poi dimenticarsi di assumerli.
Alla Marconi, del resto, per lasciare a casa i neo-docenti, basta far trascorrere 60 giorni senza chiamarli. In alternativa si può dichiarare che sebbene idonei, i candidati non soddisfano a pieno le esigenze della facoltà. Così, per un difetto di memoria o di calcolo, si sfornano decine di ordinari e associati, i quali poi, entrati in possesso dell’agognato titolo, si rivolgono ad altre università, dove finalmente e misteriosamente trovano un posto fisso.
E così l’attuale ministra avrebbe trovato il posto
Lo stratagemma utilizzato da Maria Chiara Carrozza per salire in cattedra, dice il quotidiano, lo aveva scoperto Italia Oggi nel 2011. Non era l’unica docente a essersi trovata in difficoltà, dopo aver conseguito brillantemente un dottorato e aver svolto un’intensa attività didattica, in patria e all’estero.
Per la cronaca, dice ancora Libero, il ministro dell’Istruzione, è di ottimi natali, in quanto figlia di Antonio Carrozza, già ordinario di Diritto agrario a Pisa e padre anche di Paolo Carrozza, già ordinario di Diritto costituzionale a Pisa e attualmente docente della stessa materia alla Scuola S. Anna di Pisa. Infine, la professoressa Carrozza si è sposata con Umberto Carpi, già ordinario di letteratura italiana a Pisa e poi preside presso la facoltà di Lettere della stessa città, oltre che due volte senatore prima con Rifondazione Comunista, poi con i Ds, e sottosegretario all’Industria nei governi Prodi e D’Alema.