Home Politica scolastica La ministra Giannini in bilico dopo la débâcle elettorale?

La ministra Giannini in bilico dopo la débâcle elettorale?

CONDIVIDI

Passare dall’8,3% delle elezioni politiche scorse, ma sotto l’egida di Mario Monti, allo 0,7% delle ultime europee non è perdita di poco, ma un vero e proprio tracollo, tanto che nobilmente la segretaria di Scelta Civica, la ministra dell’istruzione Stefania Giannini, si è dimessa, con tutto il direttivo, in omaggio proprio al risultato. Ma anche qualche mese prima del 25 maggio non erano mancate turbolenze, con la nomina di Stefania Giannini come segretario e la spaccatura con i popolari di Mario Mauro. Con ogni probabilità il tracollo elettorale avrà pure la conseguenza di mettere il partito di Scelta civica, o almeno ciò che di esso resta, sotto le ali protettive di qualche altro schieramento più robusto, come Pd, verso cui tenderebbero Andrea Romano, Linda Lanzillotta e Pietro Ichino; mentre un’altra parte con Alberto Bombassei, Andrea Causin e Gianfranco Librandi, preferirebbe puntare sul nuovo Centrodestra di Angelino Alfano, cogliendo maggiori affinità culturali. La certezza certa è però che Civica sarà una meteora nei cieli della politica italiana, ma vedremo.
In ogni caso la ministra Giannini rappresenta agli occhi degli italiani, che non l’hanno votata, l’espressione di un partito che non c’è, mentre chi l’ha votata è una fettina così esigua di italiani che appare del tutto inconsistente, per cui si starebbero preparando le manovre per defenestrare dal governo chi non ha rappresentanza politica quantomeno visibile e percepibile. A salvare forse la poltrona della ministra Giannini potrebbe esserci il semestre italiano all’Ue, per affrontare il quale Renzi avrebbe sussurrato di non volere dare segnali al mondo di instabilità o di rimpasti, che è brusio condivisibile, mentre da altre fonti apprendiamo che ci sarebbero spinte ad azzerare tutto e ritornare alle urne al più presto, per implementare un governo a guida maggioritaria Pd, proprio per avere le mani libere sulle riforme, ma per tale obiettivo occorre al più presto la nuova legge elettorale.
Ritornando a Scelta Civica il dato più significativo oggi è solo quello che la vede come una forza residuale con tante fazioni interne e in disaccordo sulle strategie per il futuro, per cui pare destinata allo scioglimento. In quel caso, in quale area politica si siederà la ministra? Considerato tuttavia il ruolo istituzionale che attualmente ricopre tutto fa pensare a un suo passaggio nelle file del Pd, un po’ forse per affinità ideologica e un po’ forse per non farsi fregare la poltrona. Ma in questo caso, azzardiamo, non può più fare a meno di non tenere in conto il programma elettorale del Partito democratico sulla scuola, che era di “multiforme ingegno”, basta rileggerlo.