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La preside usava l’auto di servizio per sé e per andare in Francia: condannata per peculato a quasi 3 anni, interdetta dai pubblici uffici

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Peculato: è l’accusa con cui il gup di Imperia ha condannato una preside a 2 anni e 8 mesi e all’interdizione dai pubblici uffici. La donna, A.R.Z., è l’ex preside di un istituto professionale ligure, arrestata dai carabinieri nell’aprile del 2019, al confine di Ventimiglia, mentre rientrava dalla Costa Azzurra con l’auto di servizio, con tanto di familiari a bordo.

L’arresto della donna era stato giustificato, scrisse “La Repubblica”, mentre a bordo dell’autovettura rientrava dalla Francia, dove era andata “senza alcuna motivazione riconducibile all’attività lavorativa svolta” al punto che “non ha saputo giustificare perché si trovasse sull’auto di servizio”.

La denuncia era partita con ogni probabilità dal personale in servizio nella sede scolastica diretta dalla stessa dirigente scolastica: ai lavoratori dava fastidio che l’auto, da utilizzare dal corpo docente e amministrativo per motivi puramente di servizio, fosse invece di fatto sempre nella disponibilità della preside.

Dopo una segnalazione, i militari avviarono appostamenti e intercettazioni telefoniche e ambientali che, dopo alcuni mesi, portarono ad individuare più violazioni.

Il gip, però, non convalidò l’arresto, ravvisando il peculato d’uso e non quello ordinario

La sentenza è stata emessa alcuni mesi fa, ma è stata resa pubblica solo il 15 novembre.

Il legale della preside aveva più volte spiegato che la sua assistita era espatriata per motivi istituzionali – relativi a un finanziamento europeo da diverse centinaia di migliaia di euro – e non per una semplice vacanza extra-confine. Il giudice, però, non gli ha creduto: la donna, oltre alla condanna, ha perso anche il lavoro nello Stato.