Home Archivio storico 1998-2013 Indicazioni nazionali La scuola, il Natale e le altre religioni

La scuola, il Natale e le altre religioni

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Studenti.it dà questa notizia che fra l’altro non è neanche nuova, visto che già negli anni passati altri dirigenti scolastici si sono regolati in modo similare: rispettare la sensibilità religiosa dei tanti bambini extracomunitari appartenenti ad altre fedi, che si sentirebbero esclusi da un evento e una festività che invece è fra i più struggenti e sentiti dell’universo cristiano.
È successo a Caorso, dove a quanto pare, riferisce il sito degli studenti, il multiculturalismo è davvero importante, tanto che in una scuola elementare 120 bambini non faranno il presepe. L’ha deciso la direttrice dell’istituto ma questa scelta sta causando tante polemiche al punto che la questione è finita sulla scrivania del Ministro Profumo.
Manuela Bruschini, questo il nome della direttrice, ha deciso non solo di vietare tutti i riferimenti al Natale ma anche tutti quelli inerenti alle altre festività religiose e ha dichiarato di non aver agito esclusivamente da sola ma che: ”E’ stato proprio il collegio a suggerire iniziative sulla multiculturalità. Ho dato indicazione di evitare riferi­menti religiosi per concentrar­si su temi universali come l’ami­cizia e la fratellanza. Al­cuni genitori si sono detti per­plessi ma non tutti, sono sem­pre pronta al dialogo e alla spie­gazione”.
Il parere è stato espresso anche da gente comune che non capisce come sia possibile negare il Natale a dei bambini e affermano che : ”Già i bambini il Natale non lo sentono più, come si fa a eliminare dalle scuole anche gli addobbi natalizi?”. Ormai il caso comunque è diventato di stampo politico.
Non crediamo tuttavia che, ancora una volta, la scelta presa in piena autonomia e coscienza da parete di una scuola debba essere motivo di scontro. Ci saranno stati elementi, condizioni e valutazioni didattiche e territoriali tali da indurre il collegio dei docenti a decidere in questo modo; ed è proprio per questo che sarebbe il caso di non farne né motivo di scontro né oggetto di dibattito culturale politico nel rispetto proprio dell’autonomia della scuola.