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La scuola nei programmi elettorali

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Depositati i simboli che si contenderanno il voto politico i prossimi 13 e 14 aprile, sono in via di definizione le liste dei candidati e giorno dopo giorno vengono resi noti anche i programmi elettorali, che i vari schieramenti intendono realizzare una volta conquistata la maggioranza governativa.

Unitamente alle intenzioni e alle promesse dei partiti maggiori in competizione – il Partito Democratico guidato da Walter Veltroni e il Popolo della Libertà guidato da Silvio Berlusconi -, il momento politico in atto va letto come “una possibilità di confronto di idee, di programmi e soprattutto di persone che credono nella politica come nell’espressione più alta della libera convivenza tra gli uomini”. Questo il pensiero dell’Azione Cattolica Italiana, il cui auspicio è che “non prevalga lo spirito astensionistico”
La “scuola, l’istruzione, l’università”  occupa la nona casella del decalogo della Confindustria per le elezioni. “Sul fronte dell’istruzione le proposte avanzate da Confindustria puntano a portare almeno al 30 per cento nell’arco di un triennio, le percentuali di fondi pubblici attribuiti alle università in forma concorrenziale. Occorre poi rafforzare la capacità competitiva della scuola pubblica, promuovere la competizione e l’emulazione tra le scuola sia statali che paritarie, riconoscere il merito tra gli insegnanti con la selezione, la remunerazione, la carriera e portare a compimento il processo di autonomia dell’università, ridefinendo le responsabilità dei soggetti della Governance universitaria”.
Per il vicepresidente della Confindustria, Gianfelice Rocca, “la conoscenza è la nuova frontiera della crescita economica”. I dieci punti su cui si articolano le proposte della Confindustria riguardano la governabilità, le riforme, le liberalizzazioni e le privatizzazioni; il risanamento dei conti pubblici; la riduzione delle imposte; il lavoro, i contratti, i salari, la produttività; la semplificazione della burocrazia; l’energia e l’ambiente; il potenziamento delle infrastrutture; il rilancio del mezzogiorno; la scuola e l’istruzione; la ricerca e l’innovazione.  
“Lo Snals-Confsal – ha dichiarato il Segretario Generale Marco Paolo Nigi – chiede agli onorevoli Berlusconi e Veltroni, che si candidano alla guida del nuovo Governo, di porre la scuola al centro dei rispettivi programmi elettorali,  con l’obiettivo di assicurare al Paese lo sviluppo economico e sociale corrispondente alle sue potenzialità.
Secondo il Sindacato – ha continuato Nigi – è necessaria, per la scuola, una radicale inversione di tendenza che ponga fine all’attuale politica dei tagli e introduca una nuova logica basata sull’individuazione di adeguate risorse finanziarie, sia per far fronte ai bisogni strutturali che per la necessaria valorizzazione professionale di tutto il personale. Il nuovo Governo dovrà perseguire l’obiettivo di risollevare la scuola dall’attuale condizione, non già aumentando il numero di alunni per classe, per fare cassa, come fin qui fatto, ma, al contrario, con una politica che garantisca meno alunni e più computer per classi, più docenti di sostegno, edifici adeguati alla norma. Per quanto riguarda la valorizzazione del personale, che è condizione indispensabile per l’innalzamento della qualità dell’istruzione e della formazione lo Snals-Confsal chiede al nuovo Governo la stabilizzazione del personale precario in servizio e l’avvio di una politica che porti, con il nuovo contratto, all’allineamento della retribuzione dei docenti con quelli europei, introducendo criteri basati anche sulla carriera”.
Per Enrico Panini, Segretario Generale Federazione Lavoratori della Conoscenza Cgil, le priorità della prossima legislatura sull’istruzione devono partire dalla Costituzione, che rappresenta la base condivisa della cittadinanza “La prima priorità è riferita al binomio laicità/libertà. Laicità delle istituzioni, e libertà nell’esercizio della professione; . la seconda priorità è rappresentata dalla dimensione statale dell’istruzione, intesa come responsabilità primaria e non delegabile della nostra Repubblica di istituire scuole di ogni ordine e grado e di garantire i diritti senza discriminazione alcuna;. la terza priorità consiste nell’affermazione intransigente della qualità come condizione prima di funzionamento delle istituzioni scolastiche e garanzia di pari opportunità, rimuovendo tutte quelle condizioni che impediscono o limitano l’esercizio del diritto all’istruzione; la quarta priorità riguarda il personale declinata in termini di formazione qualificata; di procedure di reclutamento snelle ed efficaci; di retribuzioni commisurate”.  

Per la Gilda vanno sostenuti due concetti basilari: la Scuola Pubblica Statale non sia considerata terreno di conquista di una parte politica; la necessità di una moratoria nelle cosiddette riforme: non è possibile che ad ogni cambio di Governo la Scuola italiana venga devastata negli ordinamenti e nei programmi, i docenti hanno bisogno di un periodo di stabilità.