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La scuola ‘open source’ che verrà: gli studenti fanno i docenti e copiare si può

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Un nuovo modello di scuola sta nascendo: quello dove gli studenti danno lezioni agli insegnanti e dove copiare è incoraggiato.

E’ la ‘nuova’ scuola dei maker resa possibile dalla nascita dei fablab scolastici. Il messaggio arriva da Roma “Maker Fair”, la tre giorni degli artigiani digitali che si è chiusa il 16 ottobre. Si è trattato del più grande evento europeo dedicato all’innovazione “nata dal basso”.

Una tre giorni da record, con oltre 100mila visitatori e centinaia di progetti in esposizione che ha messo in mostra tanti giovani “maker” innovatori.

Sono diversi i prototipi presentati. Come quello vicentino, dove gli studenti hanno costruito un loro  robot. Oppure a Cuneo, dove i ragazzi di un istituto tecnico hanno costruito un veicolo robotizzato in grado di muoversi e monitorare l’ambiente circostante.

A Parma hanno acquistato una stampante 3D in grado di riprodurre oggetti di varie forme, mentre a Roma, i ragazzi di un liceo hanno comprato due mini fabbriche per produrre protesi in Africa a partire dalla frantumazione dei tappi di plastica riciclati o anche una macchina in grado di mixare perfettamente ingredienti per fare cocktail.

Progetti completamente differenti ma accomunati da idee innovative e dalla volontà di risolvere problemi reali.

“Storie” oggi possibili grazie al boom del crowdfunding scolastico, la scuola che si finanzia con un clic grazie alla rete.

Da poco è nata grazie alla collaborazione tra  Miur, Fastweb ed Eppela: una nuova iniziativa, FastUP, per permettere la realizzazione col crowdfunding di progetti di innovazione  dieci e lode delle generazioni future per istituti medi e superiori d’Italia.

Questi progetti ribaltano completamente la regola primaria della formazione scolastica. La scuola del futuro è fatta di studenti professori e studenti che progettano insieme in un ambiente “open source” dove è possibile sfruttare l’espressione libera, l’idea geniale ed innovativa senza schemi di riferimento.

La manifestazione è stata infatti l’apoteosi di scuole , associazioni ed Aziende che dedicano anima e testa alla didattica dell’innovazione, in uno spirito di collaborazione e fermento , all’interno di questi fablab scolastici, piccole officine creative dove grazie alla tecnologia low cost come può esserlo una stampante 3D artigianale o una scheda “Arduino” in grado di creare piccoli dispositivi come controllori di luci, di velocità per motori, sensori di luce e molti altri progetti che utilizzano sensori, si possono raggiungere grandi obiettivi.

Come il robot batterista costruito dai ragazzi dell’Itst Marconi di Campobasso, premiato come miglior progetto scolastico della Maker Faire. “Uno dei nostri segreti” ha spiegato il docente Felice Montanaro “è quello di coinvolgere ragazzi di varie classi, così quelli di 5 trasferiscono le loro competenze ai più piccoli. Un processo che arricchisce e non fa disperdere conoscenza”.

“La realtà dei maker ha spiegato Massimo Banzi, cofondatore di Arduino – è ormai diventata qualcosa di maturo e dà risultati concreti”.

Chi può essere un “Maker”? Siamo tutti noi quando, alle prese con le sfide della vita quotidiana, diamo fondo alla creatività attraverso gli strumenti della tecnologia. Molti dei quali sono sempre più accessibili in termini di costi e reperibilità sul mercato, ma soprattutto hanno dimostrato di esserlo gli studenti: basta farli uscire dagli schemi convenzionali della formazione, dargli uno spazio a disposizione e supportarli nel loro percorso. E le invenzioni arrivano!

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