Home Politica scolastica La scuola tolta alle Regioni?

La scuola tolta alle Regioni?

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Se una promessa è un debito, sembra che Matteo Renzi, il segretario del Pd, e il suo staff stiano lavorando proprio alla formulazione di un Ddl costituzionale per riformare alcune materie. Fra queste, c’è la volontà di fare tornare di competenza statale talune attribuzioni delle Regioni come appunto la scuola, turismo, sanità e agricoltura: lo sostiene Il Sole 24 Ore.
“In questi anni a causa delle troppe competenze regionali si è venuto a creare un grande vulnus – spiega la senatrice Di Giorgi – contenziosi Stato-Regioni sono sotto gli occhi di tutti e i Tar lavorano praticamente solo su questo”.

Il Ddl in preparazione decreterebbe inoltre l’addio al bicameralismo perfetto con la “specializzazione” delle due Camere.
In particolare, il Senato si occuperà di tutte le materie che hanno un’articolazione regionale e del rapporto con l’Europa. Sarà infatti solo Palazzo Madama ad occuparsi del recepimento di tutta la normativa europea. La Camera, al contrario, si occuperà di tutte quelle materie che non hanno ricadute dirette sulle autonomie locali come la difesa, l’economia o la giustizia.
La filosofia, in generale, è quella di affidare ruoli distinti alle due Camere per ottenere un recupero di efficienza. 
Proprio seguendo questo solco, il Senato diventerà la Camera delle autonomie, con i senatori provenienti dagli enti locali: regioni, comuni, città metropolitane.
L’orientamento, sostiene Il Sole 24 Ore, sarebbe inoltre quello di una composizione di tipo “elettivo”, cioè tutti i componenti dovrebbero essere eletti per avere una legittimazione popolare. 
Drastico, infine, il taglio. Alla Camera i deputati dovrebbero ridursi a 350-400, mentre al Senato non si dovrebbe superare quota 150.

Il gruppo di senatori che sta lavorando al testo ha avuto a ridosso di Natale una serie di incontri con un gruppo di costituzionalisti ed un confronto serrato con la titolare delle Riforme nella segreteria Pd, Maria Elena Boschi. Il 14 gennaio sarà la volta del leader Pd Matteo Renzi.