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Il Latino vive con la musica: a Cambridge l’opera di un prof italiano

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Il Latino è lingua morta? No, macché, è più viva che mai. Grazie anche ad una splendida iniziativa, come quella del professore Mario Camilletti, docente di Italiano e Latino, insegnante in un liceo vicino Roma.

Camilletti suona e canta i brani più famosi della letteratura latina,
come Odi et amo e Carpe diem, su melodie moderne ma mantenendo la metrica. Un modo moderno e originale di mantenere viva la lingua latina.

Il lavoro di Camilletti, realizzato nel 2014, è stato reputato così interessante che l’Università di Cambridge ha deciso di pubblicare alcuni bravi del suo Cd unico al mondo per far studiare la metrica latina ai suoi allievi (clicca qui per accedere alla risorsa).

Camilletti ha collaborato per anni con musicisti di livello nazionale, sia come strumentista sia come autore e compositore di numerose canzoni. Organizzatore di eventi, dal 2003 è direttore artistico del Festival di musica etnica “Mediterraneo – Rive Sonore”.

Ha pubblicato numerosi articoli e saggi storici, oltre alla raccolta di racconti “Quel mare oltre le nuvole”.

Per la tv ha realizzato i programmi “2000, io c’ero”, “Sapori e saperi” e il documentario “Voci”.

A La Tecnica della Scuola, Camilletti racconta alcuni retroscena della pubblicazione del Cd da parte dell’Università di Cambridge: “Si tratta di una scelta che mi ha reso molto orgoglioso, l’ateneo inglese, uno tra i più prestigiosi al mondo, ha deciso di pubblicare alcuni brani del mio lavoro per far imparare il latino e la metrica latina ai propri allievi. Un metodo innovativo, diverso da quello standard per avvicinare i ragazzi allo studio di una lingua, da molti ritenuta morta, ma in realtà viva e attualissima. Nel 2014, dunque, ho composto le canzoni mantenendo la metrica ma inserendole in un contesto bastato su melodie moderne. Un riconoscimento di cui vado davvero fiero”.

Oltre a Cambridge ci sono altre università straniere che hanno adottato il suo Cd?

Sì, Monaco di Baviera e Madrid, si tratta di un successo importante, che può condurre, nel suo piccolo, al mantenimento dello studio della metrica latina.

E in Italia?

Beh, in Italia ho incontrato qualche resistenza in più, purtroppo. Abbiamo bisogno di un ulteriore cambio di passo. Da questo punto di vista, mi dispiace sottolinearlo, ma ci siamo condannati ad essere di Serie B, quando in realtà ci sarebbe tutto per essere ancora egemoni, anche tramite la lingua latina. Per intenderci, secondo me è più moderno Seneca che Zuckenberg. Dispiace però che il progetto non sia stato capito in fondo delle case editrici nostrane. Purtroppo gli editori ci considerano solo quando si tratta di adottare i libri di testi, invece bisognerebbe puntare anche su iniziative culturali. Tanti miei colleghi portano avanti lavori degni di nota, ma devono scontrarsi con una certa ritrosia da parte dei gruppi italiani nostrani. All’estero, devo ammettere, non accade questo”.